“LU Magazine” è la rivista capace di soddisfare la curiosità dei lettori di qualsiasi età.
E’ frutto di un progetto editoriale innovativo ed accattivante. La comprensibilità dei contenuti assicura una piacevole lettura.
Successo di pubblico per il Gala Vip Show Music & Fashion tenutosi martedì 6 febbraio presso Villa Noseda, uno dei locali più esclusivi di Sanremo (IM), ideato dal produttore televisivo e cinematografico Michele Lunella. La spumeggiante serata condotta da Maria Monsè, Paky Arcella ed Elvira Federico è stata intensa.
Il premio Vip Show Music & Fashion, realizzato dal maestro orafo Giuseppe Spadafora, è stato consegnato ai seguenti personaggi: Leonardo Metalli (Giornalista Rai), Manuel Vescovi (Senatore) Antonio Menechini (Imprenditore, titolare dell’azienda ASM Service Mercedes Benz Marigliano - NA), Guglielmo Saturnino (Security Manager, Presidente di Servizi Sicurezza Italia), Sonia Verdelli (Stilista di Moda), Celentano biellese (Sosia di Adriano Celentano), Thomas Daita (Artista Emergente), Francy (Artista Emergente).
Durante la serata, oltre a conferire riconoscimenti a coloro che hanno avuto, negli anni, un legame con il Festival di Sanremo, è stato assegnato anche il premio “Io Amo Napoli” al giornalista Rai Leonardo Metalli, all’attore Antonio Zequila, alle modelle Giada Matrone (protagonista di Ciao Darwin e Donna Avventura) e a Manuela Festa (Inviata a Sanremo del programma Vip Show). Hanno preso parte alla serata anche le modelle Ambra Schiffer e Antonia Di Guida. A curare le acconciature delle modelle, presenti al party, il parrucchiere dei Vip Orazio Spisto e il suo team.
Calato il sipario sulla seconda edizione del Gala Vip Show Music & Fashion, Michele Lunella è già all’opera per l’organizzazione della nuova edizione in cui festeggerà il 30° anniversario del format televisivo “Vip Show”.
The Kolors debuttano nel 2018 sul palco dell’Ariston di Sanremo con il brano Frida (Mai, mai, mai), loro primo lavoro in lingua italiana. Il gruppo composto da Antonio Stash Fiordispino (voce e chitarra), Alex Fiordispino (batteria) e Dario Iaculli (basso), ritorna in gara al Festival di Sanremo 2024 con il brano Un ragazzo una ragazza, dopo essere stati per mesi in vetta a tutte le classifiche con il singolo Italodisco.
Stash, di cosa parla il brano "Un ragazzo una ragazza"?
«La canzone nasce da uno stralcio di vita vera. Un momento che abbiamo vissuto alla Stazione di Milano Centrale. Abbiamo assistito ad una scena in cui un ragazzo cercava di rompere il ghiaccio con una ragazza, questo ci ha fatto riflettere su come la generazione attuale è abituata ad approcci prettamente social e sempre meno reali».
Pensi possa diventare un tormentone?
«Beh speriamo. Prendo sempre il lato positivo di ciò che è racchiuso nella parola tormentone, è un sogno per chi fa pop e vuole arrivare a tutti».
Ti piacerebbe rappresentare l’Italia all’Eurovision?
«La cosa più bella del mondo. Semmai dovessero dirti il contrario, sappiate che stanno mentendo spudoratamente».
Quanto conta il feedback di tua figlia?
«Il feedback di mia figlia è importantissimo. Ai bambini arriva la sincerità, arriva forte e chiaro il messaggio dell’essenza. Arriva qualcosa che nel corso della vita spesso perdiamo. Vedere lei che canta a memoria una canzone mia, è una delle emozioni più forti che potessi provare».
Con che spirito affrontate il palco dell’Ariston?
«È stato senza dubbio l’anno del cambio pagina. Abbiamo iniziato un percorso con la Warner Music Italia che ci ha sostenuto, ha creduto in noi ed ha messo alla base un entusiasmo che per noi è la base di tutto. Questo Festival serve per consolidare l’anno appena vissuto e tutto quello che è stato prima».
Che impressioni avete sul cast di quest’anno?
«È un sogno far parte di un cast come quello di quest’anno. È sicuramente la conferma della mia idea del Sanremo degli ultimi anni».
Ti aspettavi il successo di "Italodisco"?
«Ci speravo. Il percorso di Italodisco è stato pazzesco. Siamo stati in vetta alle classifiche per tanto tempo e quando stava svanendo l’euforia in Italia, è successo che all’estero, tipo in Polonia, c’è stato un boom incredibile. Mi ha scritto Blanka Stajkow, la cantante che, lo scorso ha, ha rappresentato la Polonia all’Eurovision. E così è nata una collaborazione: sarà presente nel nostro video musicale. Ma non voglio fare troppi spoiler, tanto lo vedrete a breve».
Come vi state preparando al vostro primo Forum previsto per il 3 aprile?
«Non vediamo l’ora. È una festa da fare e condividere insieme a tutte le persone che ci hanno sempre sostenuto e che ci accompagnano in questo viaggio meraviglioso. Stiamo cercando di dare il massimo, ci sentiamo in dovere di restituire tutto quello che di buono ci è arrivato».
Rosy Della Ragione
Marianna Mammone, in arte Big Mama, è la giovane rapper in gara alla 74esima edizione del Festival della canzone italiana.
«Arrivo da un piccolo paese di provincia, sono una persona che ha sempre creduto in tutto quello che ha fatto – dichiara l’artista avellinese - i sogni al di sopra di tutto, io sono questa, prima ancora di essere grassa. Storicamente le donne sono state sempre criticate, attualmente c’è ancora una tendenza a voler definire una donna per ciò che è, per la forma estetica e poi semmai per quello che di buono crea».
Come sei arrivata a scrivere "La rabbia non ti basta"?
«Un processo nato di getto. Un brano che mi “dovevo”. Non avevo mai parlato a me stessa con il cuore in mano, ne avevo bisogno. Avevo la necessità di comunicarmi qualcosa di profondo».
Di cosa parla?
«Il brano parla del desiderio di rivalsa, della voglia di combattere, di farcela e soprattutto di credere in sé stessi nella maniera più assoluta. Io sto imparando a farlo, non è semplice. Sono solita scrivere pezzi taglienti e in questo caso mi sono impegnata a smussare un po' gli angoli. È un brano che considero universale, spero possa non essere frainteso».
Come stai vivendo quest’esperienza?
«Sono molto sorpresa di percepire l’affetto e la stima delle persone che mi circondano. I musicisti sono formidabili e le persone che mi riconoscono sono molto affettuose. C’è una bella energia in generale, si respira ovunque, anche tra noi donne in gara c’è complicità, per me questo è molto importante. Alle prove ero molto emozionata, spero di riuscirmi a rilassare un po’ di più. Porto un brano che ho scritto insieme alla mia ragazza e mi auguro che questo possa darmi tanta carica, anche e soprattutto prima di salire sul palco per l’esibizione».
Nel testo ad un certo punto scrivi “Più di un colpo d’arma da fuoco, ti restava solo incassarli”
«Tutta questa rabbia dovevo trasformarla in qualcosa di bello, farla tramutare in energia positiva. Perché o trovi la forza per reagire o ti ammazzi e non nego che ho pensato anche alla seconda soluzione, specialmente quando ero più piccola. La paura di non essere capiti è tanta, non riuscivo a parlare con i miei genitori per raccontare quello che mi succedeva. Ero molto brava a nascondere il malessere, ma devo ammettere che ero circondata da parecchio menefreghismo, mia mamma e i professori, infatti, non si sono mai resi conto di nulla».
È stata una fase della tua vita molto dura…
«Si. Iniziavo a darmi la colpa di tutto, ero autolesionista. Ho sofferto anche di disturbi alimentari. Mi sono fatta del male. Il mio modo di punirmi era ed è purtroppo ancora oggi quello di non mangiare. Vorrei tanto poter risolvere questa cosa ma non è semplice».
Rosy Della Ragione
In concomitanza alla diretta Instagram di FantaSanremo che ha svelato i vincitori, ecco il comunicato stampa che motiva la scelta, a pochi giorni dall'inizio del Festival di Sanremo. Il Premio Lunezia esprime le indicazioni sui testi dei big in gara.
Stefano De Martino, Patron della rassegna battezzata 29 anni fa da Fernanda Pivano e Fabrizio De André, rende nota la scelta. Una scelta quest’ anno dibattuta su di una rosa di candidati più nutrita del solito, tra cui Fiorella Mannoia, Negramaro, Angelina Mango, Mr. Rain, BigMama, Loredana Bertè, Dargen D’Amico e i Santi Francesi. Alla fine è arrivata la fumata bianca.
Il “Premio Lunezia per Sanremo 2024” va ai Negramaro per il brano “Ricominciamo tutto”.
Non manca la qualità dei testi a Sanremo, ed è così da diversi anni. Nell'impegno di una sola scelta indichiamo l'opera dei Negramaro – afferma il Patron Stefano De Martino. Grazia e leggerezza in visita a luoghi interiori ed esteriori del sentimento amoroso, per chiedere di ricominciare, un dilemma nel quale tutti dovremmo ritrovare fede. Un testo dalla perfetta resa formale che troverà sicura alchimia con la musica e la voce del suo Leader. Quindi una canzone di prenotata qualità musical-letteraria - conclude il Patron De Martino.
A queste parole fa seguito la motivazione del critico musicale Dario Salvatori (membro Commissione del Premio Lunezia): «Il vero senso di una fine. La misura della perdita non si può colmare e le esperienze future non saranno mai nuove davvero. In fondo questo testo può essere utilizzato come amuleto, gravido dei migliori auspici e carico di notti insonni. Impara l'arte e poi indaga».
Oltre al Patron Stefano De Martino, i portavoce della Commissione del Premio Lunezia sono Beppe Stanco, Loredana D'Anghera, Selene Pascasi, Dario Salvatori, Marina Pratici, Giuseppe Anastasi, Roberto Benvenuto, Mariella Nava, Riccardo Benini, Stefano Ferro, Lorenzo Varese, Fabio Gallo.
La 29° edizione del Premio Lunezia (Festival della Luna) si svolgerà su più date nel periodo estate/autunno 2024 in varie tappe nazionali.
Nelle recenti edizioni il Premio Lunezia è stato patrocinato dal Ministero della Cultura, Regione Toscana, Regione Liguria, Nazionale Italiana Cantanti e Siae. La manifestazione gode, inoltre, della collaborazione di Rai Isoradio e di servizi Rai Tv in tema di rubriche e notiziari per cura di Savino Zaba.
Lo scorso Settembre si sono riaperte le iscrizioni alla Sezione Nuove Proposte del Premio Lunezia 2024.
Marco Sciarretta, cantautore milanese, dopo aver gestito numerosi locali in Italia con musica dal vivo, ha preso il mare e idealmente da Nisida ha viaggiato fino a trovare la “sua” Atlantide: Tenerife è diventata il suo porto, il luogo dove gettare l’ancora e fare il proprio nido. Un raffinato musicista, un artigiano di parole, che ha fatto della sua passione, un mestiere. Scrive testi e musica, che sono per lui anche un impegno sociale. Il singolo La Guerra alle Spalle, pubblicato nel 2022, è una riflessione, importante, sulla guerra in atto, su tutte le guerre che ancora costringono alla fuga, alla ricerca disperata di salvare i propri figli da un destino che sembra segnato, per regalare loro la speranza di una vita migliore. Lui racconta le cose della vita, anche gli aspetti più crudi del nostro oggi. A novembre 2023 è uscito il suo ultimo singolo, Come ti sei permesso, brano tagliente e al tempo stesso delicato che ci costringe a pensare, senza distogliere lo sguardo e l’anima da un tema che coinvolge tutti, nessun escluso. Un testo fatto di parole semplici, che arrivano dritte al cuore con cui il cantautore chiede a sé stesso e a noi tutti, un’assunzione di responsabilità, perché ognuno di noi può e deve, nel suo piccolo, saper ascoltare anche le parole non dette, leggere negli occhi impauriti di una donna, la richiesta silenziosa di aiuto. Come ti sei permesso anticipa il nuovo attesissimo album del cantautore che arriverà in primavera: un nuovo importante tassello del suo percorso artistico, della rotta tracciata Tra Nisida ed Atlantide, con la sua musica che senza fretta, in equilibrio tra parole e note, trova spazio e respiro con le sue fedeli chitarre.
Ciao Marco. Cosa significa essere cantautore?
Significa fondamentalmente, fare il mio mestiere, quello che mi rende felice senza abdicare alla responsabilità di raccontare con impegno non solo le cose belle della vita, ma anche quelle difficili da affrontare. Insomma, non solo “sole cuore amore”: scrivo di quello che mi succede intorno, quello che accade in questo mondo così ferito. Ho scritto La Guerra alle Spalle ascoltando le testimonianze degli inviati che raccontavano le cose viste da vicino, i civili che difendevano confini, le fughe disperate di madri che cercavano la salvezza per i figli. Ho cantato una guerra vista non dall’alto, ma da vicino, dove non ci sono vittorie, ma solo perdite, dolore. Allo stesso modo in 50 anni domani attraverso ricordi di vita vissuta e piccole abitudini personali, ho messo insieme pezzetti della mia esistenza. La mia quotidianità, le cose che ho vissuto e quello che al contrario, non ho visto. Parlo di me, delle mie piccole manie alla vigilia del mio compleanno che è diventato un’occasione di riflessione.
L’ultimo singolo, Come ti sei permesso, è uscito con il suo video a novembre 2023. Vuoi parlarcene?
Stavo leggendo le notizie dell’Italia. Era il mese di giugno e l’articolo affrontando il tema del femminicidio, riportava l’elenco infinito delle vittime di quei primi sei mesi dell’anno: una ogni tre giorni. Come succede spesso, la canzone è venuta da sola, accompagnata da un dolore sordo, un’indignazione profonda che non mi ha lasciato scampo costringendomi a scrivere, a fare i conti con queste notizie di cronaca, terribili. Ho cercato di lasciare che quel dolore avesse il giusto respiro e nominare tutte una per una le vittime di quei primi sei mesi, doveroso. Una canzone che vuole essere un monito a reagire, con la convinzione e la speranza che, insieme, si possano cambiare le cose, mettendo fine a questi orrori. Ci sono con me le voci femminili di Simona Piscitello e della giovanissima e talentuosa Isabel, a sottolineare l’importanza nella nostra vita delle donne e la loro unicità.
Dopo aver gestito diversi locali dove si faceva musica in Italia, hai collaborato con moltissimi musicisti, scritto per te e per altri; sognando la “tua Atlantide” hai preso il largo, trovando casa e amore a Tenerife. Il tuo progetto musicale e di vita, prende il nome dal tuo primo album Tra Nisida ed Atlantide. Raccontaci
Parto da Tra Nisida ed Atlantide, per spiegare quello che sembra un errore di ortografia: ed è voluto e sottolinea il passaggio, la navigazione verso la realizzazione dei propri sogni. Da questo parte tutto il mio progetto di vita ed artistico, come hai sottolineato. Nisida rappresenta un po', il mio alfa, quello che ha dato il via al mio amore per il cantautorato partendo da grandi come Bennato, per arrivare ad Atlantide cantata da De Gregori, tracciando una rotta che mi ha portato a Tenerife, dove ho scelto di gettare l’ancora. Qui, posso suonare tutto l’anno, grazie al clima mite e il turismo, dedicandomi del tutto a questo meraviglioso mestiere. Qui, ho incontrato anche Simona, che ora è mia moglie e collabora con me. Su quest’isola, posso vivere con e per la musica e trovare il tempo di fermarmi su uno scoglio, in quel punto dell’oceano, dove aspettare il passaggio dei delfini…
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Intanto Come ti sei permesso, per la prima volta verrà tradotto ed inciso anche in spagnolo; in primavera uscirà Intima, il nuovo album che apre un nuovo importante capitolo del mio progetto con tanti live che spero di poter portare anche in Italia.
Ornella Vanoni sarà protagonista del grande concerto evento “Senza Fine”, il 28 aprile al Teatro Arcimboldi di Milano, per celebrare la sua lunga carriera.
Ornella Vanoni, cantante "intellettuale" e impegnata, diva elegante e senza tempo della musica italiana, ha suscitato sin dal suo debutto negli anni sessanta, l’ammirazione del pubblico italiano e degli addetti ai lavori.
Una delle più importanti e riconoscibili artiste della musica dalla voce intensa e sofisticata, calda e graffiante salirà sul palco del Teatro Arcimboldi per una serata che promette di restare impressa nella nostra memoria per molto tempo… senza fine.
I biglietti per la serata evento, prodotto e organizzato da Color Sound e in collaborazione con Friends & Partners, sono disponibili su TicketOne.it e nei punti vendita e nelle prevendite abituali (info su www.colorsound.com).
RTL 102.5 è Radio Ufficiale dell’evento.
Nuovo appuntamento con il buonumore per il Mattin Show capitanato da Fiorello, in compagnia di Biggio, Casciari e di tutta la banda. Tra le notizie del giorno, a "Viva Rai2", si parla anche della visita di Salvini al pastificio Rummo di Benevento.
“Dopo questa visita, Salvini ha addirittura cambiato lo slogan della Lega in Ce lo abbiamo al dente” scherza Fiorello, che aggiunge: “Negli anni il pastificio era stato visitato da altri politici ma non era mai successo niente, non era scoppiata nessuna polemica. Salvini ma perché? Ma lascia stare”.
Il conduttore però non risparmia un serio ammonimento a chi, in queste ore, ha scatenato la polemica sui media e sui social: “Ricordo a tutti coloro che dicono ‘boicottiamo’, che dietro questo invito c’è sempre un’azienda fatta di gente che lavora”.
In occasione della Giornata della Memoria, andrà in onda venerdì 26 gennaio, in seconda serata su Rai Tre, il documentario intitolato Storie della Shoah in Italia. I Giusti, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah in collaborazione con Rai Documentari e con il sostegno dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania a Roma e dell’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).
Inoltre il documentario gode dei seguenti patrocini: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Cultura, Ambasciata d’Israele in Italia, Regione Lazio, Roma Capitale, UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità Ebraica di Roma, Associazione Figli della Shoah.Il documentario viene proposto come seguito di un primo progetto realizzato dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma, andato in onda su Rai2: Storie della Shoah in Italia. I complici.
Il progetto di taglio storico-divulgativo del primo documentario, basato sulle più recenti acquisizioni della storiografia italiana e internazionale, prosegue con il racconto delle vicende di coloro che hanno aiutato gli ebrei durante il periodo dell’occupazione nazista dell’Italia. I Giusti fra le Nazioni sono infatti coloro i quali hanno aiutato, a rischio della vita, gli ebrei. Nascondendoli, fornendo cibo, medicine e documenti falsi o organizzando vere e proprie reti di solidarietà, allo scopo di metterli al sicuro dalla persecuzione nazi-fascista. Il titolo di Giusto viene conferito dallo Stato di Israele dopo una rigorosa indagine storico-scientifica che accerta l’effettiva realtà dei fatti.
Le vicende di alcuni Giusti sono già state raccontate in film e sceneggiati di successo in tutto il mondo (ad esempio con i film “Schindler’s List”, o “Perlasca”), tuttavia mancava un documentario che divulgasse in maniera ampia e rigorosa storie meno conosciute ma altrettanto importanti. Il documentario racconta infatti storie di persone comuni, per far conoscere la banalità del bene di tanti italiani che rischiarono, senza chiedere nulla in cambio, le loro vite per aiutare i perseguitati ebrei.
Per raccontare la storia dei Giusti tra le Nazioni Italiani gli autori si concentrano su alcune delle molte vicende avvenute in Italia tra il 1943 ed il 1945, per dare una visione d’insieme del fenomeno in tutta la sua complessità.
Attraverso l’intervista alla storica Chiara Dogliotti si ricostruisce la storia del cardinale Pietro Boetto e del suo segretario Don Francesco Repetto, che a Genova, operarono assieme ad una organizzazione ebraica creando una rete di aiuto e solidarietà che permise la salvezza di centinaia di perseguitati, alcuni dei quali riuscirono, grazie a questa stessa rete, a fuggire in Svizzera. La testimonianza di Nicoletta Teglio, figlia di Massimo Teglio, aviatore genovese di religione ebraica che collaborò con la Chiesa cattolica nel creare la rete di solidarietà, racconta con grande lucidità gli eventi che l’hanno visto protagonista.
Il commendatore Alberto Zapponini editore della “Guida Monaci”, a Roma, nascose negli uffici della sua società la famiglia Fiorentini per tutto il periodo dell’occupazione nazista della Capitale. Grazie alla testimonianza di Mirella Fiorentini, che ha concesso una emozionante intervista, nel 2021 Alberto Zapponini è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni.
Mario Martella era un tipografo romano che riuscì ad avvertire in tempo la famiglia Sabbadini, proprietari di una tipografia, della razzia del 16 ottobre, e successivamente salvò gli anziani della stessa famiglia, prelevandoli con la sua auto e nascondendoli nella sua abitazione di campagna. Martella rileva la tipografia dei Sabbadini, la mantiene efficiente e nel dopoguerra la restituisce ai legittimi proprietari. Nel 2008 Mario Martella viene nominato Giusto tra le Nazioni. La vicenda viene ricostruita attraverso i ricordi della figlia Carla, di Paolo Sabbadini e con una intervista allo stesso Mario Martella registrata pochi anni prima della sua morte ed inedita in televisione.
Bruno Fantera, all’epoca ventiduenne, salvò la famiglia di Gino Moscati allora Shammash (custode) della Sinagoga di Roma. Questa vicenda viene raccontata attraverso le testimonianze inedite dei protagonisti: Bruno Fantera intervistato dal nipote Francesco e Giacomo (Mino) Moscati, all’epoca quattordicenne, intervistato nel 2015, pochi anni prima della morte.
Il documentario si sviluppa attraverso gli interventi della storica Isabella Insolvibile, che racconta le vicende dei Giusti a Gerusalemme, nel Giardino dei Giusti, all’interno dell’Istituto Yad Vashem.
Sempre a Gerusalemme sono stati intervistati Yoel Zisenwine, direttore del dipartimento dei Giusti, e Iael Nidam-Orvieto, italiana a capo del centro ricerche, dell’Istituto Yad Vashem. All’interno della Sinagoga italiana a Gerusalemme è stato intervistato Sergio Della Pergola, professore emerito dell’Università Ebraica di Gerusalemme e membro della Commissione che assegna l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni.
Sono stati anche intervistati storici esperti nella storia della Shoah in Italia, tra gli altri Gabriele Rigano, Amedeo Osti Guerrazzi e la già citata Chiara Dogliotti.
Storie della shoah in Italia. I Giusti con la regia di Alessandro Arangio Ruiz, contiene le musiche originali di Leonardo Svidercoschi, filmati di repertorio provenienti da archivi storici dell’Istituto Luce e del CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), documenti originali e fotografie provenienti da archivi storici pubblici e privati.
Il documentario "Storie della Shoah in Italia. I Giusti", in proattiva antitesi con il precedente lavoro della Fondazione focalizzato sulle figure dei "complici" della Shoah, dichiara il Presidente della Fondazione Mario Venezia, rivolge l'attenzione alla parte edificante della Storia, in netta continuità con lo spirito della Fondazione, dei suoi Collaboratori e Donatori. La scelta di porre l'accento su una dimensione positiva testimonia l'Impegno costante della Fondazione nel contribuire a una comunicazione sobria ed equilibrata, in contrapposizione alla brusca retorica antisemita, tornata purtroppo alla ribalta nei tempi correnti. La programmazione futura si configura come fulcro delle attività della Fondazione e, in questo caso, la prospettiva costruttiva emerge non solo nella linea narrativa, ma anche nei contenuti del documentario. Confidiamo che questo prodotto possa ispirare un senso di riflessione e di apprezzamento per le azioni coraggiose compiute durante quei periodi bui, e che contribuisca in modo esemplificativo alla diffusione di valori umani fondamentali, soprattutto nella Scuola, da sempre partner privilegiata della Fondazione.
Il regista, Alessandro Arangio Ruiz, lavora dagli anni ’80 nel mondo del cinema e della televisione occupando diverse mansioni. Dalla prima edizione del Festival del documentario “Visioni dal Mondo” fa parte del comitato di selezione, responsabile delle giurie e presentatore del concorso italiano durante i giorni del Festival. Ha curato per tre anni la sezione Docudrama del RomaFictionFest.
I principali documentari in cui ha lavorato:
Storie della Shoah in Italia. I Giusti è il suo secondo documentario prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah.
Isabella Insolvibile è una storica, autrice di volumi sulla Resistenza, la prigionia e i crimini di guerra. Collabora con la Fondazione Museo della Shoah ed è membro del comitato scientifico della trasmissione televisiva di Rai 3, condotta da Paolo Mieli, “Passato e Presente”, della quale è ospite ricorrente. Consulente scientifica e conduttrice di programmi di Rai Cultura-Rai Storia dal 2015, ha recentemente lavorato per due documentari della serie “Nel secolo breve”, in onda su Rai Storia e, per gli anniversari del 2023, su Rai 3: 1943: lo sbarco in Sicilia e 1943: la Resistenza a Cefalonia e Corfù. In occasione delle due ultime Feste della Liberazione, è stata il volto dei documentari realizzati dalla Rai sui luoghi della visita del Presidente della Repubblica: La strage di Acerra (25.4.2022) e La strage di Boves (25.4.2023). Con la Fondazione Museo della Shoah, ha lavorato come autrice e conduttrice del primo dei documentari della serie Storie della Shoah, dal titolo I complici (regia di A. Arangio Ruiz, 2022).
Amedeo Osti Guerrazzi, è ricercatore in storia contemporanea presso l’Università di Padova. Ha collaborato con l'Istituto storico germanico di Roma e con la Fondazione Museo della Shoah. E’ autore di numerose pubblicazioni sul tema del fascismo e della persecuzione antiebraica. E’ autore del documentario “Storie della Shoah in Italia. I complici” (2022), per la regia di Alessandro Arangio Ruiz. Ha svolto attività di consulenza per il documentario “1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani”, per la regia di Pietro Suber, e per alcune puntate del programma “Una giornata particolare” di Aldo Cazzullo per La7. Tra le sue ultime pubblicazioni vi sono le monografie: Nessuna misericordia. Storia della violenza fascista, Biblion, Milano, 2022 e Gli specialisti dell’odio. Delazioni, arresti, deportazioni di ebrei italiani, Giuntina, Firenze, 2021.
I Green Day sono tornati con "Saviors"! L'album, registrato tra Londra e Los Angeles, è frutto di un notevole lavoro di squadra col produttore Rob Cavallo, vincitore di un Grammy Award e già collaboratore degli album "American Idiot" (2004) e "Dookie" (1994).
"Saviors", anticipato dal singolo "The American Dream Is Killing Me", attualmente in rotazione radiofonica, è il 14° album in studio di Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool ed è disponibile nei seguenti formati: CD, Vinile Nero, Vinile Nero 180 gr Gatefold e Vinile Rosa.
Insieme al nuovo brano è stato pubblicato un video musicale in bianco e nero ispirato ad un film noir che vede i Green Day nel bel mezzo di un'apocalisse zombie. Il videoclip è stato diretto da Brendan Walter e Ryan Baxley e girato a Los Angeles.
La band sarà in Italia il 16 giugno all'Ippodromo La Maura di Milano, in occasione degli iDays, per uno show imperdibile.
Tracklist "Saviors"
1. ‘The American Dream Is Killing Me’
2. ‘Look Ma, No Brains!’
3. ‘Bobby Sox’
4. ‘One Eyed Bastard’
5. ‘Dilemma’
6. ‘1981’
7. ‘Goodnight Adeline’
8. ‘Coma City’
9. ‘Corvette Summer’
10. ‘Suzie Chapstick’
11. ‘Strange Days Are Here to Stay’
12. ‘Living In The ’20s’
13. ‘Father To A Son’
14. ‘Saviors’
15. ‘Fancy Sauce’
Esce al cinema, dal 22 febbraio 2024, distribuito da Artimagiche Film srl e Cavadaliga Film srl, Le seduzioni, lungometraggio diretto da Vito Zagarrio, tratto dal romanzo “Le seduzioni dell'inverno” di Lidia Ravera (ed. Nottetempo) e interpretato da Andrea Renzi, Ameliè Daure, Marit Nissen, Iaia Forte, Antonella Stefanucci, Antonello Cossia e Serena Marziale.
Il film, girato a Napoli e in Campania con cast e maestranze campane, sceneggiato da Nicola Ravera Rafele e dallo stesso regista, è prodotto da Artimagiche Film srl e Cavadaliga srl, con la partecipazione di Volcano Pictures, con il contributo del Ministero della Cultura, della Regione Campania e del CPA - Centro Produzioni Audiovisive Università Roma Tre. Le seduzioni si avvale della direzione della fotografia di Federico Angelucci, del montaggio di Roberto Perpignani, della scenografia di Adolfo Recchia, dei costumi di Giovanna Napolitano e delle musiche di Paolo Vivaldi.
Stefano, quarantenne di successo, ma deluso e demotivato, lavora come direttore editoriale per una casa editrice e frequenta il bel mondo della narrativa. Ha un’amante giovane, una confidente più anziana, manager della casa editrice e pochi amici. Separato dalla moglie, che gli ha comunque permesso di vivere in una sua casa di famiglia, un mattino si sveglia e scopre che in casa sua c’è una donna, Sophie, con un accento francese. L’ha mandata la moglie Sara, partita in crociera, per badare un po’ a lui e alla casa. Dopo una iniziale resistenza, Stefano si lascia convincere e Sophie si piazza in casa; diventa la migliore delle colf, la migliore delle cuoche, la migliore delle segretarie. Ma la donna è misteriosa e tutti sono stupiti del radicale cambiamento di Stefano, rifiorito alla vita, come “scongelato” da un periodo di incupimento. L’amore per Sophie lo ha soggiogato e riportato alle emozioni, ma quando tutto sembra girare a meraviglia, ecco la svolta: Sophie scompare...
“Le seduzioni – sottolinea il regista - è una romance ma non di puro genere e con risvolti drammatici; un ritratto di una certa generazione e lo spaccato di una certa società; una riflessione sull’Italia del nuovo millennio vista attraverso le contraddizioni di una certa classe medio/alto borghese. Il tutto con una Napoli inedita, non convenzionale, quella del Vomero e degli ambienti intellettuali. Una sorta di 'thriller dei sentimenti' che coinvolge e intriga. L’amore, il dolore, la delusione e la speranza sono sentimenti di oggi, di un’umanità che si smarrisce quando la sfera intima e privata si disgrega. Eppure la vita può ancora offrirci le sue seduzioni”.