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Vanessa Contucci, giovane e promettente attrice, si racconta per noi con la semplicità e la schiettezza che la contraddistingue. Nata il 6 maggio ’94 ad Urbino, vissuta a Riccione, si è trasferita a Roma poco più che ventenne per studiare al Duse International con Francesca De Sapio. Oggi ha realizzato il sogno di approdare sul grande schermo: nella sua pellicola d’esordio, Il meglio di te di Fabrizio Maria Cortese con Maria Grazia Cucinotta, Vincent Riotta, Daphne Scoccia, Anita Kravos, Simone Montedoro, Giusi Merli, Mattia Iasevoli ed Elvira Cuflic, interpreta il Veronica, che l’ha messa alla prova regalandole, però, l’opportunità di riflettere sulle relazioni ed il potere del perdono.
Vanessa Contucci oggi sei una giovane donna che almeno in parte ha realizzato i suoi sogni?
Oggi sono fiera di me, non sono perfetta ma sono consapevole di aver attraversato un’adolescenza complicata, appesantita da qualche “dolore”, ma di aver avuto dalla mia parte l’amorevole cura dei nonni, la loro educazione e di fondo, una determinazione che mi ha permesso di trovare la mia strada. Quando sono andata a Roma per studiare al Duse, non è stato semplice dovendo contare solo sulle mie forze. Ho fatto un sacco di lavori diversi, ma fortunatamente con un po' di sacrifici e la passione per quello che facevo, mi hanno tenuta in equilibrio.
Quanto è stato importante questo periodo?
Credo che sia fondamentale, perché ci si forma, si impara davvero a scavare dentro di noi per raccogliere ogni riserva di energia, di forza per riuscire. Frequentando il Duse ho capito come la recitazione fosse la mia zattera di salvataggio, in un mare in tempesta. Recitando potevo mettere a disposizione tutta la mia interiorità anche quella ferita, imperfetta, provata. Un punto di forza e non di debolezza; una fatica di cui è valsa assolutamente la pena dove ho capito che era la mia strada e l’occasione di essere felice.
Ti reputi una persona ambiziosa?
In me ho sempre avuto un pizzico di competizione, che mi è servita ad uscire dall’anonimato, da dove arrivavo. Credo che sia una buona cosa essere in gara con sé stessi, avendo dei punti di riferimento artistici. Non mi metto mai in competizione con gli altri, perché credo che ognuno di noi sia unico ed irripetibile e non avrebbe senso. Sono convinta che sia importante riuscire a fare sempre del mio meglio, oggi un pochino meglio di ieri. Questa è la mia vittoria!
Per te il Cinema e la recitazione sono un “balsamo” per l’anima…
Sì, perché affrontando i miei dolori, scandagliando la mia anima, li affronto e mi curo. Un modo per mettermi alla prova e a nudo, aiutata dall’essere qualcun altro. In questo modo è come fare un passo indietro e attraverso il personaggio interpretato, avere un punto di vista anche su me stessa diverso ed equidistante. Grazie a questa passione, ho riscoperto lo studio che mi sta regalando davvero tanta energia, tanta forza che mi rendono molto fiera di me e del percorso intrapreso. Vedo con occhio diverso anche le mie paure, i miei limiti. Io ho sempre letto molto e il percorso universitario che ho intrapreso, credo che mi possa dare davvero tanto.
Dietro la macchina da presa, come ti senti?
Sono felice, perché non sono io ma un nuovo personaggio che deve prendere vita e non vedo l’ora di dargliene la possibilità. È una sorta di filtro, di scudo che mette me stessa, la me che fatica a mostrarsi, al riparo. Sul set, mi sento un tutt’uno con tutti condividendone la responsabilità e l’energia che ne deriva. Una sensazione bellissima che non so spiegare.
Più difficile è raccontare me stessa, perché mi sento nuda. Quando devo partecipare a feste, a proiezioni mi sento allo scoperto e sono più timida, impaurita. Questo è un lavoro che so di dover fare su di me per superare paure che sono ataviche e mi appartengono da quando ero bambina.
Il teatro è nelle tue corde?
Si mi piacerebbe molto mettermi alla prova con l’immediatezza del palco, dove è buona la prima per forza. Una grande responsabilità ed una prova davvero particolare. Sono consapevole che potrei essere in difficoltà a gestire la tensione, ma sarei felice di provarlo
Cosa sogni?
Una tranquillità affettiva, una vita piena di cinema e magari un’esperienza lavorativa in America, la laurea.
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