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Pelé, la leggenda del calcio mondiale, scompare all'età di 82 anni. Era ricoverato dallo scorso 29 novembre all'Albert Einstein di San Paolo, in Brasile, per una infezione respiratoria dopo aver contratto il Covid-19 e per la progressione del tumore al colon.
"Tutto ciò che siamo, è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace". Così, aggiungendo l'emoticon di due cuori e una foto delle sue mani 'intrecciate' con quelle di sorelle e nipoti, la figlia di Pelé, Kely Nascimento annuncia su Instagram la morte del padre.
'O Rei', come lo soprannominarono estasiati i suoi connazionali brasiliani, lascia la moglie Nomi Aoki e sette figli.
Se il calcio non si fosse chiamato così avrebbe dovuto avere come nome Pelé, scriveva Jorge Amado. E ora che Pelé non c'è più, portato via da un tumore più feroce dei tanti mediani che lo hanno picchiato in campo, con lui se ne va anche una parte importante di questo sport, quella a misura d'uomo e di campione che ha caratterizzato il ventesimo secolo. Un monarca illuminato che in una vita da copertina ha regalato record (unico calciatore a vincere tre mondiali, il primo a 17 anni, 1279 reti segnate in carriera) e soprattutto sogni.
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