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Lunedì 23 settembre alle ore 20, presso l’Enopanetteria i sapori della tradizione di stefano Pagliuca in Corso Europa, 125 a Melito di Napoli verrà presentata al pubblico una degustazione esclusiva di vini a cura del Comitato Italiano per la Tutela del Piede Franco.
Costituito nell'aprile 2024 il Comitato ha l’obiettivo di valorizzare i vitigni che presentano le viti a piede franco scampate alla fillossera che distrusse l'80% del patrimonio vitivinicolo europeo dalla fine dell'800.
La mattina invece è previsto alla Reggia di Portici il primo Convegno Nazionale del Comitato Italiano per la Tutela del piede franco.
Quanto sia importante tutelare le piante che oltre a rappresentare esempi di resilienza e patrimonio storico, esempio di biodiversità, sarà oggetto di discussione del Convegno di Napoli.
I relatori della giornata saranno genetisti ed esperti di patologia della pianta, giuristi, agronomi, enologi, sommelier e il presidente del comitato e il delegato Campania che moderati da Adele Munaretto, divulgatrice enogastronomica e vicepresidente del comitato e Gaetano Cataldo, presidente di Identità Mediterranea e miglior sommelier 2023 dal Merano Wine Fest, coordinano la discussione, analizzando i vari punti di vista e le prospettive dei tavoli tecnici istituiti dal comitato.
Al termine dei lavori previsti per le 13 per i relatori presso il MAAV verrà offerta una degustazione di vini dei vitigni a piede franco dei produttori italiani associati al comitato. Partecipazione, quest'ultima prevista solo su invito.
Per vite a piede franco si intende una vite con radici proprie, non ibrida e non innestata. Il ‘’piede’’ è la radice della vite, ‘’franco’’ poiché esentato da vincoli e libero.
Il motivo risale alla seconda metà dell'800 quando un temibile insetto, la fillossera, fece la sua comparsa nel continente europeo, trasportato via nave su piante contaminate provenienti dall'America del nord.
La fillossera si diffuse rapidamente in tutti i vigneti causando danni sia a livello fogliare che radicale ostruendo il passaggio dei principi nutritivi e portando lentamente alla morte della pianta.
Per questo motivo, al fine di scongiurare la totale distruzione del patrimonio vitivinicolo europeo, si innestarono le nuove barbatelle di vite europea su radici americane (immuni alla fillossera).
Pochi sono stati i vigneti risparmiati dal flagello, gli unici salvi infatti furono quelli su terreni sabbiosi o argillosi, nei quali il parassita non riesce a riprodursi, oppure a quote elevate, oltre i 1000 metri s.l.m., dove le basse temperature impediscono alla fillossera di sopravvivere, o ancora, su terreni vulcanici
Una associazione formata da sommelier, storici, viticoltori e appassionati al mondo del vino, in particolare quello prefillossera.
Il Comitato vuole valorizzare, sviluppare e promuovere azioni atte a rilanciare storicamente, turisticamente e culturalmente questo patrimonio vitivinicolo poco conosciuto o totalmente dimenticato. Il compito del Comitato oltre a divulgare la conoscenza dell’esistenza di questi vitigni è quello di dare voce e visibilità a tantissime realtà locali che con tanta tenacia tengono in piedi un pezzo della storia vitivinicola italiana.
Una degustazione eccezionale, dunque quello che si svolgerà il 23 settembre presso che vedrà la presenza del presidente del Comitato Silvano Ceolin, la vicepresidente Adele Munaretto, il delegato per la regione Campania Cosimo Orlacchio che condurranno il pubblico in una degustazione di vini 6 vini prefillossera partendo dal nord Italia scendendo verso il centro e il sud passando per le isole, in particolare degustazione narrata di:
Piccà pecorino spumante rifermentato selvaggio di Agriarquata nelle Marche;
Le Ghiarelle, lambrusco a piede franco frizzante ancestrale Poderi Fiorini, Emilia Romagna;
1865 enantio riserva, prefillossera e presidio slow food della Cantina Roeno in Trentino;
Carignano del sulcisbio su piede franco Tenute la Sabbiosa della Sardegna;
Un blind test vino alla cieca che rappresenterà per tutti gli ospiti una sorpresa.
Ad accompagnare i vini quattro gustose pizze in abbinamento del patron Stefano Pagliuca.
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