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LUmagazine

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È tutto pronto per la quinta stagione di “Mare Fuori”. La messa in onda ufficiale della serie tv è prevista per il 26 marzo su Rai 2, ma gli appassionati potranno avere un'anteprima esclusiva su RaiPlay dal 12 marzo, l’intero box set dal 26 marzo. Le prime sei puntate saranno disponibili in streaming, permettendo ai fan di immergersi nei nuovi sviluppi e nelle sfide che i protagonisti, i ragazzi dell'Istituto Penale Minorile di Napoli, dovranno affrontare.

L’adolescenza, con tutte le scoperte che la rendono difficile e magica, resta la principale protagonista dei 12 episodi della quinta stagione. Nuovi personaggi varcheranno le soglie dell’Ipm di Napoli. Ragazze e ragazzi con storie difficili alle spalle che si troveranno a interagire e talvolta a scontrarsi con le vecchie conoscenze che gli spettatori hanno imparato ad amare in questi anni.

L’Istituto Penale per i Minorenni accoglie nuove ragazze e nuovi ragazzi, anche da regioni diverse dalla Campania. L’amicizia e l’amore prendono spazio, leniscono il dolore per la segregazione e scaldano anche il cuore degli adulti, finora intenti a svolgere il proprio ruolo di controllo e contrasto alla delinquenza, poi coinvolti da avvenimenti inaspettati che li costringono a mettersi in gioco.

“Revence” è il romanzo di Antonella Aversente, un viaggio introspettivo ed entusiasmante. L'autrice racconta: “Questo libro è nato da un sogno, sia in senso letterale che figurato. Attraverso le sue pagine, ho voluto esplorare i confini tra realtà e immaginazione, amore e perdita, vita e morte, per raccontare una storia capace di toccare il cuore di chiunque, a qualsiasi età. Voglio condividere qualcosa che nasce da un viaggio interiore, da un sogno che si è fatto strada nella mia mente e nel mio cuore fino a trasformarsi in parole, pagine e infine in un libro. Scrivere questa storia è stato un processo personale, quasi catartico, che mi ha permesso di esplorare temi a me molto cari: l’amore, la perdita, il cambiamento, ma soprattutto il legame tra i mondi, tra il visibile e l’invisibile. Viviamo in un’epoca frenetica, piena di distrazioni, ma i sogni, quelli veri, sono rimasti un ponte tra il nostro io interiore e ciò che desideriamo, o persino tra noi e chi non c’è più. Ho sempre pensato che i sogni abbiano un significato profondo, quasi nascosto, e il mio libro si sviluppa proprio attorno a questa idea: cosa accade quando la linea tra realtà e sogno si dissolve? La protagonista della mia storia è Alice, una ragazza che si muove tra due mondi. Di giorno, affronta le sfide e i drammi tipici dell’adolescenza, ma di notte, quando il sonno si impossessa di lei, si ritrova in un regno misterioso, sospeso tra la vita e la morte. Questo regno non è solo un luogo immaginario; è un rifugio, un enigma, e soprattutto un ponte che le permette di rivedere Alessandro, il suo migliore amico, scomparso anni prima. Ma “Revence” non è solo la storia di Alice e Alessandro. È anche il racconto di una comunità, di legami familiari e amicizie che attraversano momenti di crescita, crisi e riconciliazione. È il racconto di Elsa, un’anziana vicina che il paese guarda con sospetto ma che, in realtà, custodisce un cuore colmo di saggezza e affetto. È il racconto di Giorgia e Vittoria, amiche di Alice, la cui lealtà verrà messa alla prova da incomprensioni e da scelte difficili. E infine, è il racconto di una famiglia che cerca di proteggere Alice, mentre lei scopre quanto sia difficile, e insieme meraviglioso, crescere. Questo libro è anche una mia riflessione sul cambiamento delle generazioni. Gli adolescenti di oggi vivono in un mondo completamente diverso da quello in cui sono cresciuta io. Negli anni ’80 e ’90, il nostro approccio alle emozioni, ai sogni e persino all’amore era più semplice, ma forse meno consapevole. I ragazzi di oggi, invece, sono profondi, intuitivi, capaci di affrontare temi complessi con una maturità sorprendente. È stato affascinante entrare nel loro mondo, immaginare i loro pensieri e, in un certo senso, raccontare una storia che potesse parlare a loro ma anche a chiunque abbia mai amato, perso qualcuno o semplicemente sognato. Viviamo in un'epoca di trasformazioni profonde, e il mio libro nasce con l'intento di parlare soprattutto alla Generazione Z, una generazione straordinariamente consapevole e connessa. La storia di Alice, sospesa tra due mondi, riflette il percorso di crescita che molti giovani affrontano oggi: il bisogno di esplorare, di affrontare scelte difficili e di trovare il proprio equilibrio tra realtà e sogni. Questo libro vuole offrire conforto e speranza, ricordando che i legami e i sentimenti possono superare ogni barriera, persino quella tra la vita e la morte. La Generazione Z, forte e empatica, potrà ritrovarsi in questa storia e riscoprire l'importanza di credere nei propri sogni e nelle connessioni autentiche. Spero che il mio libro possa farvi riflettere, emozionare e sognare, aiutandovi a guardare il vostro mondo interiore con occhi nuovi. Se riuscirò a lasciarvi qualcosa, anche solo un’emozione, il mio obiettivo sarà stato raggiunto.  Infine, lasciatemi dire che tutto questo nasce da un’esperienza personale. Il personaggio di Alessandro è ispirato a un amico che ho perso troppo presto. Nei sogni lo ritrovavo, proprio come Alice ritrova Alessandro, e in quei momenti la distanza tra noi sembrava annullarsi. Scrivere questa storia è stato il mio modo di dare forma a quelle emozioni, di esplorarle e condividerle con voi. “Revence” è una celebrazione del potere dell’amore, dell’amicizia e della speranza. È un invito a credere che, a volte, i confini che ci sembrano invalicabili – tra la vita e la morte, tra la realtà e i sogni – possano essere superati. Spero che questa storia vi tocchi il cuore, come ha fatto con me, e che vi inviti a guardare ai vostri sogni con occhi nuovi, magari trovando in essi un messaggio, una guida o semplicemente una scintilla di magia”.

Antonella Aversente è una nota blogger calabrese, conosciuta come La Strixina. Fin dall'età di 5 anni coltiva una profonda passione per la lettura, trovando rifugio tra le pagine dei libri e accompagnandoli spesso con una calda tisana. Amante delle storie che sanno emozionare e trasportare in mondi lontani, Antonella ha sempre avuto un grande sogno: pubblicare un romanzo tutto suo. Con "Revence", il suo primo romanzo pubblicato, è riuscita a trasformare quel sogno in realtà, sperando di regalare ai lettori una storia intensa e indimenticabile. Con la sua pagina Instagram, La Strixina, continua a condividere recensioni, riflessioni e consigli di vita e di lettura, ispirando chiunque voglia lasciarsi conquistare dal fascino della letteratura.

Al cinema dal 27 febbraio arriva Away il primo lungometraggio del regista e animatore Gints Zilbalodis, giovane talento lettone, candidato agli Oscar 2025 con il suo ultimo capolavoro Flow - Un mondo da salvare (nomination com Miglior Film straniero e Miglior Film d'Animazione).

Zilbalodis dichiara  "Il tema principale di Away riguarda la connessione con le persone"; un tema quanto mai attuale e ancor più interessante, quando affidato a 75' di storia con un solo essere umano, un ragazzo e il suo compagno di viaggio, un uccellino.

Away è stato selezionato e premiato nei maggiori festival di animazione di tutto il mondo tra cui Annecy, Anima Mundi, Animest, Shangai International Film Festival, Tokyo International Film Festival, Cinéast, London International Animation Festival. Il film, prodotto d Bilibaba,  arriva al cinema il 27 febbraio, distribuito dalla Draka Distribution di Corrado Azzollini.

Sinossi: Il viaggio straordinario di un ragazzo in un mondo tra sogno e realtà, nel quale riecheggia solo la voce della natura. 

Raccontato in quattro capitoli, la storia segue il viaggio di un ragazzo attraverso una terra misteriosa, mentre un implacabile spirito oscuro lo insegue. Lungo il viaggio, in sella ad una moto, il ragazzo scopre che la terra nella quale è finito è unisola; in mezzo agli animali, tra aridi deserti e splendide foreste, riflette sui possibili modi in cui sia finito in questi luoghi, senza mai far udire la sua voce ma lasciando che sia la natura a farsi ascoltare. In parte sogno, in parte realtà, questo viaggio diviene riflesso del processo creativo del film stesso, unavventura emozionante, lungo luniversale necessità di trovare connessioni con ciò che ci circonda e forse con noi stessi.

Una voce graffiante che canta le emozioni della Gen Z. Uno stile unico che unisce il dialetto napoletano al cantautorato in italiano. Settembre è in gara al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte con Vertebre. Il brano si aggiudica il Premio Nuovo Imaie Enzo Jannacci per la ricerca comunicativa, unita alla vocalità graffiante e sincera. Nel brano, infatti, si uniscono la freschezza del timbro vocale e la ricerca di sonorità drammatiche che enfatizzano il risultato comunicativo. Venerdì 14 febbraio esce in digitale il primo album Vertebre composto da 7 brani, di cui 4 inediti. Un racconto autentico di come si vivono i vent’anni tra esperienze, vulnerabilità, paure, nuove scoperte, incontri, delusioni e cuori infranti, racchiusi in testi e sonorità che fondono pop, elettronica e tradizione partenopea. Il brano ha già superato ogni aspettativa, totalizzando il record di oltre 13 milioni di stream sulle piattaforme digitali e imponendosi come il brano più ascoltato e condiviso tra quelli dei giovani di questa edizione, anche nelle piattaforme Rai. Settembre sarà in concerto l’8 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma e l’11 aprile alla Casa della Musica di Napoli.

Sei qui per vincere o ti basta partecipare? «Sono qui per presentare il mio progetto, la mia musica. Sono contento che Vertebre sia arrivato a tante persone, penso che tutti e quattro i giovani in gara, siamo qui per esprimere il meglio di noi. Vediamo come si evolve questa magnifica esperienza che ci sta capitando tra le mani».

Il tuo brano è un po' la fotografia di quello che vive attualmente la tua generazione… «Secondo me viviamo in un’era in cui i ragazzi della mia età siamo cavie per i social media, questo ci va a schiacciare rispetto a persone dell’età dei miei genitori. Penso che alcune volte ci sia molta pretesa da parte nostra, tutti abbiamo avuto 20 anni, a volte ce ne dimentichiamo. A me nessuno ha tolto nulla anzi, mia mamma e mio padre hanno creduto in me più di me stesso. Mi hanno aiutato a proseguire con i miei sogni. Non sono il guru di nessuno, dico umilmente il mio punto di vista. Abbiamo tempo di costruire le nostre cose, il nostro futuro. E’ difficile trovare il proprio posto nel mondo, io sono stato fortunato perchè l’ho trovato nella musica».

Come vedi il mondo, con quali occhi? «Il mondo lo vedo come è descritto in "Vertebre" e forse è giusto che sia così adesso». 

Nel brano utilizzi sia la lingua italiana che napoletana… «Vengo da Napoli e mi piace molto giocare con le mie origini, nel brano ci sono piccole parti di testo in napoletano».

Se potessi scegliere una cover quale sceglieresti? «Avrei fatto un omaggio a Pino che mi ha cresciuto e mi ha formato con la sua musica».

 

 

Rosy Della Ragione

 

 

Torna sul palco dell’Ariston con il brano Mille vote ancora, il cantante e rapper italiano di Salerno Rocco Hunt, classe ‘94. Vincitore del Festival di Sanremo nel 2014 nella sezione Nuove Proposte con il singolo Nu journo buono e del Premio Emanuele Luzzati e il Premio Assomusica.

«Per me è come tornare alle origini, avevo urgenza di tornare al Festival per raccontare una mia grande verità - dichiara Rocco - sono passati nove anni e devo dire che ho notato tanti cambiamenti, è tutto molto più cool».

Come è nata la tua canzone?  «In maniera spontanea, non l’ho cercata. Ho sempre pensato di tornare a Sanremo per condividere nuovi spunti di riflessione».

Di cosa parla "Mille vote ancora"? «Innanzitutto è una denuncia sociale e la reputo una scelta coraggiosa. Non è sicuramente una canzone da primo ascolto e sono certo che non è quello che ci si aspetta da Rocco. E’ un sequel di una canzone che mi ha letteralmente cambiato la vita, sto parlando di Nu journo buono che penso abbia aiutato all’apertura di un nuovo linguaggio sul palco dell’Ariston e in gara. Torno con un brano per me molto importante, un manifesto per la mia città che, purtroppo, non offre opportunità. Voglio parlare ai ragazzi, parlare con loro dei problemi oggettivi che ci sono; gli stessi problemi che potevo avere anche io da adolescente. Non si può morire per uno sguardo di troppo o per aver sporcato casualmente una scarpa, bisogna porre fine a questa guerra. Nella mia canzone parlo di queste armi che sparano con troppo facilità. Lo dico da persona adulta e soprattutto da padre di un figlio che sta crescendo. Mio figlio fa il tifo per me e spero di essere un ottimo esempio».

Che emozioni ti suscita il brano? «Un’emozione fortissima, quasi come quella della prima volta. Rocco non è più un ragazzino di 18 anni bensì un ragazzo di 30 che ha lasciato a malincuore la propria terra per seguire i sogni. Sono nove anni che aspetto questo momento, spero di godermi pienamente l’esibizione».

La tua famiglia è quindi molto orgoglioso di te? «Assolutamente. Mio padre mi ha trasmesso degli enormi valori. Mio padre fa un lavoro umile, lo spazzino, è stato un grande esempio per me». 

Cosa ci dici del tuo duetto nella serata di venerdì con Clementino? «Clementino è stato il primo a credere in me. Non vedo l’ora di cantare insieme a lui, la musica riesce ad arrivare dove spesso le parole non riescono. Per me l’amicizia è un valore importante, era giusto ci fosse lui con me su questo palco. Faremo un tributo al mitico Pino Daniele cantando Yes I Know My Way. L’ultima volta che Pino ha cantato questo brano lo ha fatto con noi, a Napoli. E’ la chiusura di un cerchio.

Che ricordo hai di Pino Daniele? «Ricordo benissimo un momento in cui mi guardò e mi disse Uagliò non ti perdere, tu sai scrivere». 

Cosa ti aspetta dopo il Festival di Sanremo? «Il 6 ottobre vi aspetto tutti al Forum di Assago di Milano, abito a 15 minuti da lì ma ci ho impiegato 15 anni per arrivarci, incredibile. E’ un sogno che si avvera, ho visto tanti concerti lì e adesso tocca a me. Poi canterò alla Reggia di Caserta, un grande onore per me. Non vedo l’ora di cantare per tutta la gente che mi ha sempre sostenuto».

 

Rosy Della Ragione

 

 

 

Nella serata di oggi, giovedì 13 febbraio, sarà premiata la luminosa carriera di Iva Zanicchi checon la sua inconfondibile voce, ha scritto pagine importanti ed indimenticabili della storia della canzone.

Iva Zanicchi che, con undici partecipazioni, ha collezionato tre vittorie al festival di Sanremo, nel 1967 con Non pensare a me, nel 1969 con Zingara, nel 1974 con Ciao cara come stai, torna sul palco che l’ha vista “nascere” artisticamente con un medley di questi celebri brani.

Una donna sorprendente e sagace, una vera mattatrice che ha saputo stregare intere generazioni conservando la sua cristallina personalità, rimanendo Iva molto più che “Diva”.

“Non me lo aspettavo, sono commossa e grata a Carlo Conti per questo Premio perché non credo di essere l’unica a meritarlo. Quest’anno sono sessant’anni di carriera e non mi sembra vero! Dedico questo premio a mia madre che con sacrifici inimmaginabili, ha lottato fin dall’inizio perché potessi realizzare il mio sogno e a Fausto, il mio amato Pippi. Lo sento tanto vicino a me e sono certa che anche in questo caso, si commuoverà, come sempre, nel sentirmi cantare. Un grazie speciale anche a mia figlia Michela che mi produce e, qualche volta, mi fa da madre con la sua attenzione e la sua ponderatezza. Un Premio importante di cui fare tesoro e che credo sia meglio ricevere da viva che da morta, come dice mia figlia! Ho ancora tante cose da realizzare, un nuovo disco e magari qualche cosa in Tv che non vedo l’ora di condividere”. Iva

Stadio San Siro, 19 luglio 1980. Non era mai successo prima nella storia della musica che un artista si esibisse in 15 stadi di seguito nel giro di un mese. Gianni Minà insegue Edoardo Bennato lungo il tragitto verso il palco di San Siro nella data conclusiva di questo tour da record .

Hai paura?, domanda il giornalista tra i più amati, cronista di vita. Ho paura che non si divertano e che io non mi diverta, risponde l'artista, tra i più grandi cantautori di sempre, ribelle e anticonformista, tra i primi a fare del rock in Italia.

Scena successiva. Riflettori accesi, stadio gremito, Bennato imbraccia la chitarra ed emozionato si avvicina al microfono: “Voi mi vedete su un palco, con l’adesione di tanta gente attorno tra gli applausi e pensate che io sia sempre io, in ogni circostanza sicuro di me. Invece vi assicuro, ve lo confesso, ho un sacco di paure, perplessità, di dubbi, né più né meno. Questa è una canzone di speranza”.

E parte L’isola che non c’è.

Inizia con queste immagini il grande racconto della carriera di Edoardo Bennato nel documentario “Sono solo canzonette”, presentato da Rai Documentari e Daimon Film, diretto da Stefano Salvati e prodotto da Raffaella Tommasi per Daimon Film, che andrà onda il 19 febbraio su Rai1in prima serata.

Edoardo Bennato, artista ribelle, pirata del rock made in Bagnoli, punto di riferimento dell’anticonformismo musicale e ideologico, è stato il primo a portare il rock e il blues nel cantautorato italiano.

Per la prima volta al mondo - nel lungometraggio che ripercorre le tappe salienti di un vita e una storia controcorrente - viene utilizzata l’intelligenza artificiale per ricostruzioni legate al passato in assenza di documentazione visiva.

I primi passi nella musica da piccolissimo con il Trio Bennato - formato insieme ai fratelli Giorgio ed Eugenio, grazie alla madre Adele che li ha fatti studiare e appassionare; il soggiorno a Londra, dove ha iniziato a esibirsi come one-man-band, suonando contemporaneamente, chitarra, kazoo e batteria a pedale; un’esperienza che gli ha permesso di sviluppare uno stile musicale unico, influenzato dai grandi del blues e del rock ma contaminato da accenti della musica mediterranea. E poi gli incontri, la testardaggine, i trasferimenti a Roma, successivamente a Milano, i primi passaggi in televisione con Lucio Battisti, la lunga gavetta in attesa dell’exploit: una vita schizofrenica, fuori controllo, a tratti fuori rotta per trovare la rotta giusta, quella che ha portato Edoardo ad essere amato da un pubblico sempre più vasto, anno dopo anno, fino ai giorni nostri.

Nell’ottica di ribellione rispetto ai canoni della musica italiana degli anni ‘70 e ‘80, Bennato ha iniziato a utilizzare musica classica ‘rossiniana’ nei suoi pezzi punk/rock, adeguandoli in un connubio ‘improbabile’ a quei tempi, ma definendo quella originalità che ben viene rispecchiata nel documentario. Influenzato da grandi del rock e del pop, Bob Dylan in primis, e dalle sonorità della musica mediterranea e partenopea, Edoardo Bennato ha creato uno stile del tutto personale, quello “bennatiano”.

Un Peter Pan “impertinente”, allergico a ogni etichetta, un sovversivo della musica, un provocatore che ha scritto e composto assoluti capolavori diventati pietre miliari della musica italiana; canzoni che ritroviamo nel lungometraggio nelle versioni live e colonna sonora, frammenti di musica che si contrappongono ai dialoghi, trattati in modo attento e scrupoloso, tante testimonianze di chi ha subito il fascino e l’influenza dello stile di Bennato.

Nel racconto della grande storia di Bennato in “Sono solo canzonette” si inseriscono le voci di artisti, giornalisti e amici che hanno trovato in lui un punto di riferimento, artistico e ideologico, che riconoscono il valore e il talento di voce e musica fuori dal coro: come, in ordine di apparizione, Jovanotti, Paolo Conte, il fratello Eugenio, Carlo Conti, Mogol, Ligabue, Marco Giallini, Max Pezzali, Neri Marcorè, Leonardo Pieraccioni, Clementino, Dori Ghezzi, Alex Britti, Leo Gassmann; e, inoltre, gli interventi di Carlo Massarini, Giancarlo Leone, Paolo Giordano e Stefano Mannucci. Le interviste hanno contribuito a ricostruire non solo la storia dell'artista ma anche gli aspetti culturali degli anni ‘70, ’80 e ‘90, attraverso i suoi testi graffianti, canzonatori, ironici e beffeggianti, la sua musica così rivoluzionaria, attuale sotto qualsiasi punto di vista e interpretazione.

In “Sono Solo Canzonette” si è esercitato un controllo capillare del testo narrativo; il dato innovativo si è tradotto nella dimensione ‘altra’ di un documentario – nello stile tipico dei commercial anglosassoni e asiatici - in cui le interviste non hanno rappresentato la partenza e il fine ultimo del progetto, bensì il punto di partenza e di dipanamento di una vita umana e artistica votata alla ricerca continua sia nei testi, che nella musica, intervallati a immagini, videoclip, video di backstage, materiale di archivio delle Teche Rai, foto private e di grandi concerti, molte delle quali inedite di proprietà di Bennato.

“Sono solo canzonette” è la storia unica di un giovane che non si è mai arreso, ha continuato a inseguire il suo sogno con la chitarra in mano senza piegarsi a nessuna logica, se non la sua, fino a diventare dopo 10 anni di dinieghi da parte di tutte le case discografiche il numero uno del rock italiano, indiscusso precursore, trascinando con sé ‘gli amici di quartiere’, quei ragazzini napoletani che abitavano nel suo stesso palazzo di Bagnoli e che sono rimasti con lui sempre, fino ad oggi: Franco De Lucia, Giorgio Darmanin, Massimo Tassi, ognuno di loro ha ricoperto e ricopre ancora oggi un ruolo fondamentale nella carriera di Edoardo, professionisti e amici, che hanno scoperto mestiere al suo fianco.

Sanremo è sempre Sanremo anche se i tempi cambiano e nuove realtà crescono. Di questo è certo il produttore televisivo e cinematografico Michele Lunella che dal 1995 è presente a Sanremo e il giorno 11 febbraio ha festeggiato i 30 anni della sua presenza al Festival della Canzone Italiana con la sua azienda, la Lunella Production, che in passato ha prodotto vari programmi per la Rai (Stelle Emergenti, Italia ti Canto ed altri). Michele Lunella ha brindato anche per l’ultimo traguardo: i suoi film “Andiamo Avanti… Le due strade del successo” e “Parentesi Tonde” sono disponibili su Amazon Prime.

Nella prestigiosa location di Villa Noseda è andata in scena la 3^ edizione dell’evento “Vip Show music & Fashion”, ideato da Lunella, che premia il talento artistico nei vari settori dell’arte: lo spettacolo, la musica, la moda, la cultura e l’enogastronomia. Un grande successo di pubblico e di personaggi noti che popolano la città ligure in occasione della kermesse canora. Tra i presenti anche Maria Grazia Cucinotta e Maria Monsè.

A condurre “Vip Show Music & Fashion” l’eclettico conduttore Paky Arcella affiancato da Antonia Di Guida e Raffaella Ligorio. Premiati il cantautore Davide De Marinis, l’attrice e conduttrice Maria Monsè, l’astrologa Terry Alaimo, gli Chef Katia Bastonno ed Adriano D’Ovidio, il fotomodello Giuseppe Luigi Iannetti, ballerino e co-conduttore di Sanremo Doc ideato da Danilo Daita. Premiata anche la scrittrice Samya Ilaria Di Donato e Paola Grossi per aver rappresentato la bellezza Italiana che si è affermata nel mondo vincendo il contest mondiale Gran Dama Universe 2024.

La serata seguita dal programma Vip Show condotto da Fabrizia Santarelli, diretta dal regista Giuseppe Lunella, andrà in onda su Bom Channel, canale 68 del digitale terrestre e in Campania sul Canale 16 del digitale terrestre.

 

Lady Gaga ha pubblicato il nuovo singolo e video di "Abracadabra", estratto dal nuovo ed attesissimo album di inediti, il settimo in studio, "Mayhem", in uscita il 7 marzo.
Il nuovo brano, caratterizzato da elementi di trance e dance,  è in programmazione radiofonica e disponibile in tutte le piattaforme digitali.
Il videoclip di "Abracadabra" è stato diretto da Lady Gaga, Parris Goebel e Bethany Vargas, la coreografia è di Parris Goebel. 

La Contemporary ArtShop Roma è orgogliosa di annunciare “Glam”, la nuova mostra personale di Michel Oz, a cura di Carlo Ciuffo, che si terrà dal 6 al 9 febbraio nell’ambito di Blooming, l’esclusivo evento artistico fuorisalone ospitato nella suggestiva cornice di Palazzo Isolani, nel cuore di Bologna.
 
Michel Oz, artista contemporaneo, realizza opere pop dal linguaggio espressivo e suggestivo. Ispirandosi all’arte di Mimmo Rotella, il consacrato artista del “taglia e incolla”, Michel Oz riesce abilmente a realizzare quadri che appaiono come una evoluzione di quella eredità acquisita raccontando la realtà attuale in cui il linguaggio comunicativo e il senso estetico giocano un ruolo fondamentale: generano un “dialogo empatico” tra l’opera e l’osservatore. Michel Oz scruta le immagini e le parole che penetrano gli strati di carta strappati, sovrapponendoli e accostandoli tra loro, in cui il mondo si mostra nella sua varia e costante trasformazione.
 
A Bologna Michel Oz omaggia la figura iconica e pionieristica di Gaby Deslys, la prima vera “glam girl” della storia. L’artista reinterpreta il glamour come un linguaggio estetico ed esistenziale, capace di trasformare il concetto di bellezza in un’affermazione di identità e libertà. Le opere esposte, un intreccio di frammenti di cartelloni pubblicitari, smeraldi e perle raccontano il fascino audace di Gaby Deslys, riletto attraverso il prisma contemporaneo di Michel Oz. 
Gaby Deslys, nata nel 1881, divenne un’icona internazionale grazie al suo stile unico e audace. L' attrice, cantante e ballerina, conquistò le platee di Londra, Parigi e Broadway, diventando musa di stilisti e precorritrice di tendenze.
 
Il percorso espositivo, incluso nell’evento Booming, sarà presentato nella sala degli specchi di Palazzo Isolani e invita lo spettatore a immergersi in un mondo di colore, luce e texture, dove il passato e il presente si incontrano per celebrare l’autenticità e la trasformazione.
La mostra si svolge in contemporanea con ArteFiera, il principale evento dedicato all’arte contemporanea in Italia. 
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