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Dopo il sold out al Teatro Antigone di Roma, “Che cos’è la felicità – Tutta un’altra storia” arriva a Milano, presso Spazio DiLà, via Arcivescovo Romilli 15, per tre repliche venerdì 17, sabato 18 e domenica 19 febbraio, alle ore 20.00. Lo spettacolo dura circa 60 minuti ed è un atto unico, anche se è costituito da una parte prima e da una parte seconda. Per informazioni e prenotazioni è necessario mandare un’email all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
La felicità è la meta più ambita da ogni persona nella vita di tutti i giorni. La cerchiamo continuamente ed insistentemente. La cerchiamo nelle piccole cose, nelle parole, attraverso i nostri gesti e di coloro che ci circondano. La scoviamo negli sguardi, nei sorrisi, nella natura, in un arcobaleno. La felicità è nota per essere qualcosa di difficile da raggiungere. Ma cos’è per noi la felicità? Esiste oppure è solamente un’utopia?
Significa osare, significa avere coraggio di scegliere e di esprimersi, significa esser liberi di essere. Scegliere chi essere e chi voler diventare, giorno dopo giorno.
Ma l’uomo è davvero in grado di riconoscere la felicità e soprattutto è in grado di viverla o la paura gli impedisce di afferrarla? Ma cosa spinge un’artista a scrivere uno spettacolo sulla felicità?
A dare risposta è la regista: «L’attenzione verso il mondo, l’attenzione nei confronti di un esterno che parte delicatamente da dentro. Un desiderio di mettersi in discussione, di superare le paure, i limiti e i condizionamenti imposti dalla società che talvolta non ci permette di essere come siamo. La voglia di mettersi in gioco, continuamente e incessantemente e la libertà di cambiare e lasciare andare ciò che non ci fa stare bene. Ciò che semplicemente e banalmente non ci rende felici».
Il sipario si apre per mettere in scena la vita di quattro donne differenti. Le accomuna quel senso di insoddisfazione, frustrazione e inadeguatezza in una vita che, fino a quel momento, hanno vissuto in modo passivo, da spettatrici. Quel sentimento di infelicità dà loro il tormento, fino a condurle ad un bivio: devono scegliere cosa è meglio per loro. Devono scegliere se accontentarsi di una vita vissuta a metà o se iniziare a lasciare andare ciò che non le rende felici. È giunto il momento, non possono più rimandare e proprio questo coraggio permette loro di vivere una nuova vita e uno status di libertà assoluta.
L’infelicità che in un primo momento accomuna le donne, si trasforma in felicità nel raggiungimento di nuove consapevolezze. Lo spettacolo è nato nell’autunno del 2018 ed è andato in scena per la prima volta nel dicembre dello stesso anno. Un totale di undici repliche tra Lazio e Campania, dove la regista è nata e cresciuta.
Tanti sono stati i cambiamenti sia del testo che della rappresentazione stessa. A chiarirlo è la stessa Rosy Della Ragione. «Lo spettacolo in origine nasce come monologo. Dopo la pandemia ho sentito la necessità di far crescere ed evolvere i personaggi e di conseguenza l’intera rappresentazione. L’arte si trasforma ed è proprio questo il bello, la chiave per far funzionare le cose. Mi sono impegnata a scrivere una sorta di versione 2.0. rivoluzionando l’intera struttura».
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