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LUmagazine

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"Jealousy" è una canzone alternative grunge rock. Il cantante Finnegan Bell ha suonato tutti gli strumenti tranne la batteria per questa canzone (batteria suonata da Daniel Gallardo). 

Riguardo il singolo "Jealousy" il cantante dichiara:

Ho sempre messo il mio cuore sulla manica ed essere così appassionato a volte può far male. Posso essere un piacere per le persone a cui non importa molto di me e sto cercando di uscire da quella malsana abitudine. Di recente sono stato tradito e per questo motivo sono state sollevate molte vecchie insicurezze e disturbo da stress post-traumatico. Ho scritto la canzone "Jealousy" per uno, solo per far fronte a quello che stavo passando, ma anche per permettere alle persone di sentirsi come se non fossero sole con quello che stanno passando. Molte persone hanno sperimentato cose simili a quelle che ho passato io, come la solitudine, il rifiuto e anche le bugie. Spero che questa canzone agisca come una benda mentale per loro in qualche modo".

"Jealousy" segue una serie di uscite singole per Love Ghost elogiate da Rolling Stone, American Songwriter, FLAUNT, Alternative Press e altri. I Love Ghost hanno recentemente girato l'Europa, dove hanno suonato al Rockpalast in Germania. Ad agosto hanno girato Città del Messico suonando sia all'Auditorio BB che al Gamergy Festival di Amazon, trasmesso in tutta l'America Latina.

Love Ghost è una band composta da Finnegan Bell (voce solista, paroliere, chitarra), Daniel Alcala (chitarra, ingegnere cori), Cory Batchler (tastiere, basso, cori) e Daniel Gallardo (batteria, voce). E' una band americana di Los Angeles che sperimenta tanto con la musica mettendo insieme emo rock, trap, electro ed alternative rock, una band con un sound tanto definito e riconoscibile.

È “Questo vento”, tratto dall’ultimo album di Ron, il nuovo singolo dell’artista che sarà in radio dal 31 marzo. Il brano è cantato insieme a Leo Gassmann, ed è l’unico duetto del disco “Sono un figlio” (etichetta Le foglie e il vento, distribuzione Sony Music). E stasera, Leo salirà sul palco dell’Auditorium Conciliazione a Roma, ospite del concerto di Ron.

Ron ha voluto collaborare con Leo per questa canzone che parla di un padre e un figlio, di due generazioni distanti ma con la voglia di stare insieme e di imparare l’uno dall’altro, con la convinzione che, insieme, si potrà disegnare un mondo diverso.

“Questo Vento parla del rapporto tra generazioni, che sono convinto debba essere più uno scambio che un discorso a senso unico. È una richiesta di aiuto reciproco nel tentativo di cambiare un mondo ormai impoverito dei veri valori”, ha dichiarato Ron. “Ho conosciuto Leo due anni fa. Mi ha colpito il suo lavoro, il suo modo di tirare fuori le cose che ha dentro, la sua disponibilità e il suo talento, allora gli ho proposto questa canzone, non solo di cantarla insieme a me, ma anche di scrivere lui stesso la parte di testo e di musica che avrebbe cantato. È stato un esperimento vero, sincero, condividere un momento importante dentro e fuori dal tempo”.

“Lavorare al pezzo con Ron per me è stato un onore”, continua Leo Gassmann. “Ron per me è un amico ma soprattutto un maestro. È bello vedere due generazioni al confronto. Penso che il confronto sia essenziale per rendere la musica un posto migliore. Un posto dove il tempo, le ingiustizie e le paure non esistono. Ringrazio Rosalino per aver creduto in me fin dall'inizio”.

Il testo del brano è firmato da Donato Santoianni, Ron ha composto la musica insieme a Leo, che, a sua volta, ha scritto anche la sua parte di “cantato”. (Io e te così diversi / Non ci siamo persi mai / E già lo so che non mi pentirò / Che un giorno salveremo il mondo / Ti prego prendimi per mano / Ti prego fammi da guida … Ho bisogno di idee ho bisogno che tu stai con me …. Mi servirebbe un po’ / Del tuo vento / Ragazzo mio / Il tuo tempo / Questo vento…questo vento, sei tu questo vento) 

Ron sta vivendo un momento della sua carriera molto felice, anche grazie all’accoglienza calorosa del pubblico e della critica al suo nuovo album, e al successo nei teatri con il “Sono un figlio live tour”, dove sta presentando dal vivo il disco. Le prossime date: Roma 30 aprile (Auditorium Conciliazione) dove sarà ospite Leo Gassmann; Lecce, il primo aprile (Teatro Apollo); Taranto, il 2 aprile (Teatro Fusco); Pescara, il 3 aprile (Teatro Massimo); Brescia, il 14 aprile (Gran Teatro Morato); Monopoli (Ba), il 6 maggio (Teatro Radar).

A partire da sabato 1° aprile alle 10.10 su Rai2 andrà in onda per otto settimane “Quasar”, il nuovo programma condotto da Valerio Rossi Albertini, una cartina al tornasole per comprendere il mondo che ci circonda: la nostra quotidianità, sempre più tecnologicamente avanzata, rischia di trasformarsi in un labirinto nel quale gli individui si muovono con diffidenza e paura di rimanere esclusi. La missione di questo programma è rendere questi argomenti accessibili a tutti, in modo originale e coinvolgente. L’idea è ricostruire la realtà dei fatti davanti agli occhi dello spettatore, tramite dimostrazioni, esperimenti e simulazioni anche divertenti e sorprendenti. Il tutto, utilizzando strumenti e oggetti di uso quotidiano. La semplicità dell’esposizione e l’evidenza dello svolgimento, accompagnate sempre da assoluto rigore scientifico, condurranno con naturalezza alla comprensione di questioni anche estremamente complesse.

“Quasar” è quindi un programma dedicato alla “lettura” in chiave scientifica di grandi temi di attualità come la transizione ecologica, l’economia circolare, l’intelligenza artificiale, la conversione energetica e la sostenibilità ambientale.

Ad accompagnare Valerio Rossi Albertini in questo viaggio, ci saranno anche molti servizi esterni, alcuni dei quali condotti da Fabio Gallo, volto dello spazio dedicato alle innovazioni tecniche e scientifiche nell’ambito della navigazione nautica, in funzione della salvaguardia dell’ambiente marino, mentre Marita Langella, ci porterà a conoscere aziende, associazioni e consorzi impegnati nella transizione energetica ed ecologica.

A impreziosire ulteriormente le puntate, la presenza di Antonio Giuliani. Il comico e attore romano sarà infatti protagonista, con Valerio Rossi Albertini, della parte destinata alla “biomimetica”, ovvero la scienza che esprime il nesso tra nuove tecnologie e particolari abilità animali. Uno spazio ideato anche per i più piccoli, che ribadisce l’intento didattico e pedagogico di questo nuovo programma.

Dopo un assaggio estivo ritorna Sentieri – la strada giusta il programma dedicato al tema del cammino. Ogni sabato su Rai 1 e Rai Italia a partire dal 1° aprile al 13 maggio, ore 14.00.

A percorrere gli innumerevoli sentieri che si dipanano dal nord al sud dell’Italia, saranno i conduttori Lino Zani, Margherita Granbassi e Giulia Capocchi che, descriveranno e racconteranno luoghi nascosti e tradizioni attraverso gli occhi di quanti incontreranno sul loro cammino.

Un racconto immersivo che consente di far vivere allo spettatore l’emozione e la scoperta della montagna in tutti i suoi aspetti: da quello naturalistico a quello culturale fino a quello enogastronomico non tralasciando il racconto del territorio dove il sentiero si snoda.

La montagna ed il mare, da Prastarà al mare di Candofori, saranno i protagonisti del primo appuntamento di Sentieri – la strada giusta: sarà un viaggio in Calabria, in cammino lungo il sentiero dell’Inglese.

Le rocciose coste tirreniche che cadono a picco sul mare: a Prestarà, l’incontro dei nostri conduttori pronti per una nuova ed incredibile avventura.

Un’esperienza tra scienza e spiritualità: nel comune di Montebello Jonico, attraversando la vallata della fiumara di Sant’Elia, l’indiscutibile bellezza delle Rocche di Prestarà, imponenti formazioni geologiche.

Un luogo fermo nel tempo, quaranta abitanti in un grappolo di case: a 620 metri sul livello del mare, camminando tra gli stretti vicoli del paese dove ancora si sente parlare in greco di Calabria, alla scoperta di Gallicianò, piccolo borgo della Vallata dell'Amendolea.

31 tappe, un ambiente montano che a volte ricorda quello alpino, con cime e crinali panoramici, stupende faggete e una un’incredibile biodiversità: ad Ortì, vicino Gambarie, un interessante focus sul sentiero Italia CAI, uno dei più spettacolari di tutta la Calabria.

Un’immersione non solo nella natura, ma nell’animo di un popolo che ha nell’ospitalità e nell’accoglienza il suo valore più importante: lungo il sentiero dell’Inglese, la sosta è d’obbligo per visitare Amendolea Vecchia, antico borgo abbandonato a seguito dell’alluvione del 1951.  

Bizzarre rocche arenarie, distese di ulivi, gelsi e fichi d’India: arroccato sulla rupe del Monte Calvario, dalla caratteristica forma che ricorda quella di una ciclopica mano con cinque dita, il fascino di Pentadattilo, uno dei borghi più pittoreschi e misteriosi dell’intera Calabria.

Un finale indimenticabile: sul mare di Condofuri, alla foce dell’Amendolea, all’alba, camminando sulla battigia, le emozioni condivise di un viaggio giunto al termine in una terra che lascia segni indelebili.

Dopo aver annunciato il primo grande evento live della 32° edizione, il Pordenone Blues & CO. Festival, boutique festival tra i più famosi e originali d’Europapresenta il concerto dei The Cult, live sabato 1 luglio 2023 al Parco San Valentino di Pordenone.

Prima di loro si esibiranno delle special guest, che saranno rese note nei prossimi giorni. I biglietti saranno disponibili in prevendita da venerdì 31 marzo su www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati Ticketone.

The Cult è un gruppo musicale rock inglese fondato nel 1983 da Ian Astbury e Billy Duffy. Con grande abilità e genialità, sono riusciti negli anni della loro attività musicale a introdurre nel sound gotico delle origini gli elementi di blues, psichedelia e possenti riff di chitarra, arrivando alla definitiva svolta hard-rock.

I fondatori del gruppo provenivano da due diverse band goth rock attive nei primi anni '80: i Southern Death Cult (il cui cantante era Ian Astbury) ed i Theatre of Hate (in cui Billy Duffy era stato chitarrista per breve tempo). Entrambi abbandonarono i rispettivi gruppi nell'83 formando i Death Cult, nome abbreviato della vecchia band di Astbury (che lo aveva mutuato da quello di una tribù Indiana del delta del Mississippi del XIV e XV secolo, essendo appassionato di cultura nativo-americana); in quell'anno stesso il gruppo, con al basso Jamie Stewart e alla batteria Ray Mondo (entrambi ex membri dei Ritual), pubblicò un EP omonimo ed il singolo "Gods Zoo" a partire dal quale dopo l'abbandono di Ray Mondo (che essendo illegalmente in Inghilterra era stato espulso e rimandato in Sierra Leone - suo paese natale) il batterista divenne Nigel Preston, anch'egli ex-Theatre of Hate oltre che dei Sex Gang Children. In seguito i membri hanno intrapreso progetti paralleli.  Billy Duffy ha fondato con Craig Adams e Mike Peters i Coloursound mentre Ian Astbury ha formato gli Holy Barbarians pubblicando nel 1996 l'album Cream e poi nel 1999 il suo primo ed unico disco solista Spirit, Light, Speed.  Nel 2001, Ian, Billy e Matt Sorum si riunirono per un nuovo disco, Beyond Good And Evil, e un tour di concerti fino al 2002, anno in cui Ian si unisce alla rimpatriata dei Doors in California, poi ribattezzatasi Riders On The Storm.

I The Cult hanno all’attivo 11 dischi in studio: Dreamtime (1984); Love (1985); Electric (1987); Sonic Temple (1989); Ceremony (1991); The Cult (1994); Beyond Good and Evil (2001); Born into This (2007); Choice of Weapon (2012); Hidden City (2016). Nell’ottobre del 2022 pubblicano Under The Midnight Sun, capolavoro acclamato da pubblico e critica, undicesimo disco della loro carriera.

La band inglese si esibirà al Pordenone Blues & Co. Festival per presentare per la prima volta dal vivo in Italia il loro nuovo progetto discografico.

Cresce intanto l’attesa per il concerto dei leggendari Deep Purple, previsto per il 30 giugno al Parco San Valentino. Con una carriera che dura da oltre 50 anni, conosciuti per il loro sound unico e potente,  i Deep Purple hanno influenzato generazioni di musicisti e hanno scritto alcuni dei più grandi classici della storia del rock. Tra i loro brani più famosi, ricordiamo “Smoke on the Water“, uno dei pezzi più iconici del rock che ha segnato un’era intera; “Hush“, uno dei primi pezzi di heavy metal e “Child in Time“, un’esplosione di rock puro e duro.

La presenza dell’icona Ian Gillan, una figura leggendaria nel mondo del rock, voce unica e potente che ha reso indimenticabili i brani dei Deep Purple, e della storica trainante base ritmica di Roger Glover e Ian Paice è solo uno dei punti di forza di questa band che, insieme, ha creato un suono unico e inimitabile. Completano la formazione presente al Pordenone Blues Festival & Co. anche Don Airey, da oltre 20 anni tastierista della band, e Simon McBride alla chitarra.

La loro influenza sul mondo della musica è stata enorme e la loro musica ha continuato a ispirare nuove generazioni di musicisti e appassionati. La loro tecnica, la loro energia e la loro creatività hanno consacrato i Deep Purple come una delle band più importanti e rispettate della storia del Rock.

 

Nelle prossime settimane saranno resi noti altri grandi nomi della musica internazionale che si esibiranno sul palco della 32° edizione del Pordenone Blues & Co. Festival, evento tra i più attesi dagli amanti della grande musica, che ogni anno stupisce il pubblico per le sue proposte artistiche variegate e ricercate.

 

Arrivano dalla Campania, dalla Sicilia, dalla Calabria e dalla Lombardia per partecipare giovedì 30 marzo alla XIX edizione del certame bruniano, il concorso letterario ispirato alla figura del filosofo nolano Giordano Bruno. 
 
L’iniziativa, promossa dal comune di Nola con il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli, è organizzata in collaborazione con l’associazione culturale Meridies ed il liceo classico statale “G. Carducci” di Nola e con il  contributo di diversi partner pubblici e privati che, anche per l’edizione 2023, hanno dato la loro disponibilità assicurando i premi.
 
“Lo spaccio de la Bestia Trionfante" è l’opera scelta dalla commissione esaminatrice presieduta da Nuccio Ordine, presidente del Centro Internazionale degli Studi Talesiani, Bruniani e Campanelliani. 
 
5 i premi riservati agli istituti superiori, rispettivamente di 1000, 800, 700, 500 e 300 euro. Previsto anche un riconoscimento di mille euro per la categoria degli studenti universitari.
 
Nove i partners del Certame: il comune di Casamarciano, la fondazione Hyria Novla, l’agenzia di sviluppo dei comuni dell’area nolana, il Lions ed il Leo Club "Nola Host Giordano Bruno” di Nola, il Rotary Club “Nola – Pomigliano d’Arco”, il Lions Club “Nola Ottaviano Augusto”, la Proloco “Nola città d’arte” e Asso Artigiani Imprese Caserta.
 
Durante il soggiorno in città i concorrenti e gli accompagnatori avranno anche la possibilità di ammirare le bellezze del territorio. L’itinerario turistico prevede anche una tappa alla Reggia di Caserta con l'accoglienza da parte dell'amministrazione comunale locale e la presenza dell'assessore alla Cultura Vincenzo Battarra. 
 
Sabato primo aprile, infine, la cerimonia di premiazione in programma alle 10.00 nel salone del museo storico archeologico di via Senatore Cocozza.
 
"Apriamo le porte ai giovani e alla cultura restituendo alla città uno dei concorsi più apprezzati in ambito scolastico che mette Giordano Bruno al centro - spiega l'assessore alla Cultura del comune di Nola, Vincenzo Martone - tanti gli studenti in arrivo a Nola nelle prosdime ore per ricordare il filosofo, simbolo per eccellenza della libertà di pensiero e di espressione. Ringrazio i partners che hanno rinnovato l'impegno affiancandoci ed un ringraziamento speciale va all'amministrazione comunale di Caserta che fin da subito ha accolto con entusiasmo il nostro progetto accogliendoci nella Reggia di Caserta nell'anno Vanvitelliano. Sarà - conclude - un bel momento di festa culturale e di condivisione".

“Mon Amour” è il secondo capitolo del racconto di Annalisa iniziato con la hit “Bellissima” (doppio Platino). Il nuovo singolo, in uscita il 31 marzo, scritto dalla cantautrice con Paolo Antonacci e Davide Simonetta, che ha curato anche la produzione insieme a Zef, racconta quel momento che divide un passato deludente dalla voglia di correre verso il futuro, non abbandonando autoironia e leggerezza.

 Perché per ripartire ci vuole tempo, devi essere pronta; – racconta Annalisa - e allora nell’attesa sospendi te stessa in una sorta di limbo, finché non ti ritrovi. Questa è la canzone di quel limbo, di quell’incoscienza, e perché no, di quella pazza idea di vendetta che ti fa sentire di nuovo potente, anche solo per un istante.”

Annalisa per la prima volta si esibirà live  al Forum di Assago (MI). L’appuntamento “Annalisa il Forum” è previsto per sabato 4 novembre, un evento unico per cantare e ballare le hit della cantautrice.

 

«La mia passione per la musica? C’è sempre stata. È iniziata quando ero molto piccolo. Ho iniziato a suonare il pianoforte quando frequentavo la prima elementare, poi è arrivata la chitarra».

È musicista, cantautore e produttore, Salvatore Cafiero, in arte Cafiero, vanta una carriera illustre caratterizzata da una vasta esperienza live, non solo in Italia ma anche in Europa e in America, e da una serie di collaborazioni prestigiose. Il chitarrista, abile nello spaziare tra differenti generi musicali, desta interesse anche come cantautore, per l’efficacia dei testi, per l’elegante timbro di voce e il sound corposo e attraente. L’8 settembre 2017 ha pubblicato il suo primo disco ufficiale dal titolo omonimo Cafiero. Ha collaborato con numero artisti tra cui Nek, i Tiromancino, Dolcenera, Eros Ramazzotti e Gianluca Grignani che, ha accompagnato alla chitarra, sul palco dell’Ariston di Sanremo per la 73esima edizione del Festival più atteso dell’anno.

Le tue origini risiedono in Puglia. Che rapporto hai con la tua terra? «La mia gavetta è iniziata lì ed è durata tantissimo. Ho iniziato ed esibirmi nei locali, insieme a mio fratello, quando ero ancora minorenne. Poi ho intrapreso la prima collaborazione con Dolcenera e da lì mi sono spostato molto. Ho vissuto a Torino, Roma, Milano. Dalla pandemia, invece, sono ritornato nel Salento. Ho capito che dovevo coltivare il rapporto con la mia famiglia perché può accadere di tutto da un momento all’altro. Sono ritornato alle origini. Anche se la musica mi porta a spostarmi in continuazione».

Ed è grazie alla città di Milano che hai conosciuto Grignani? «Sì. Eravamo vicini di casa, casualmente. Ho iniziato a collaborare con lui più di dieci anni fa. Quando mi fermai con il tour di Dolcenera, il fonico dell'artista aveva iniziato a suonare con Gianluca e mi aveva detto che stavano cercando un chitarrista, avevano avuto problemi con quello che c’era e mi avevano proposto di sostituirlo. La collaborazione è iniziata così e non è mai finita, spero che continui sempre».

Avete un bel rapporto … «Sì, ormai siamo amici. Gianluca è un amico vero».

È stata una bella sorpresa vederlo sul palco dell’Ariston. Il brano che ha portato “Quando ti manca il fiato” è molto profondo… «Non è facile portare una canzone che parla di un rapporto così intimo con il proprio padre, specialmente se le cose non vanno bene. Spesso è difficile anche parlarne con un amico, figuriamoci far diventare di tutti un brano che sai che ascolterà anche tuo padre. Lui ogni volta che la canta prova un’emozione grandissima. Non lo dico perché sono di parte: credo sia stato tra gli unici brani presentati a Sanremo quest’anno con una tematica forte, seria e comune. In tanti si possono rispecchiare».

Si percepisce che stimi molto Gianluca. Vero? «Sì, assolutamente. Gianluca è un artista a 360 gradi, ha un certo spessore nel panorama della musica italiana ed ha realizzato brani di qualità, così come quello presentato a Sanremo che, considero uno show molto superficiale».

Cosa intendi per show superficiale? «L’arte in generale non paga. Soprattutto in Italia la gente è svogliata, si ferma in superficie, non ha voglia di andare oltre. Ed è quello che accade a Sanremo. C’è sicuramente la volontà di trattare temi profondi, poi però, si finisce inevitabilmente a parlare del vestito di Elodie, dell’interpretazione perfetta di Marco Mengoni. Sono cose ovvie, scontante e non hanno nulla a che fare con la profondità di un testo».

Per te non era la prima volta sul palco dell’Ariston … «No. Ero venuto sempre con Gianluca nel 2015 con “Sogni infranti”. Ero più piccolo, ero più emozionato. La seconda volta l’ho vissuta meglio».

La tua principale ansia prima di esibirti su palco? «Spero sempre che tutto funzioni bene. Che ogni cavo sia al posto giusto per poter suonare tranquillo».

Non spacchi niente tu? «Ecco. Si vede che Blanco non ha una lunga gavetta alle spalle. I problemi tecnici sono all’ordine del giorno, posso capitare in continuazione e la bravura dell’artista sta proprio nel saperli camuffare e gestire. A volte possono diventare addirittura una risorsa, sia umana che artistica».

Cosa pensi del successo dei giovanissimi? «Essere così famosi a 20 anni è una malattia. Non può essere una risorsa. Il successo bisogna saperlo gestire, devi capire prima chi sei, cosa vuoi. La musica è un lavoro come tanti altri. Io faccio il chitarrista da 20 anni ma sono cambiate tante cose».  

E tu in cosa sei cambiato in questi 20 anni? «Le esperienze ti formano, ti rendono umile e ti permettono di avere maggiore consapevolezza di te stesso».  

Hai un gesto scaramantico che ripeti prima di esibirti? «Cerco di non essere troppo scaramantico, ma un po' ammetto di esserlo. Porto sempre con me, dietro al palco, un’acqua tonica, anche se non la bevo. L’ho sempre fatto ed è un gesto che ripeto».

Hai progetti imminenti a cui stai lavorando? «Ad aprile e maggio sarò in tour con Raf ma ammetto che vorrei far uscire qualcosa di mio, vorrei avere il tempo e la calma per farlo. Non ho fretta, quando avevo qualcosa da dire, è arrivato tutto in modo molto naturale».

 

 

Rosy Della Ragione

 

La 16a edizione della Festa do Cinema Italiano avrà inizio quest’anno a partire dal 29 marzo e coinvolgerà oltre 20 città in tutto il Portogallo tra cui Lisbona, Porto, Coimbra, Funchal e l’Algarve.

La Festa do Cinema Italiano è il principale evento in Portogallo dedicato al cinema e alla cultura italiana ed è sostenuto da CinecittàAmbasciata d'Italia e Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e conta con l’appoggio di diverse istituzioni portoghesi e imprese private come Piaggio, Martini e Generali.

Anche quest’anno sarà dedicato ampio spazio al cinema italiano contemporaneo con la presentazione di oltre 50 film tra lungometraggi, documentari e cortometraggi la maggior parte dei quali proiettati in anteprima nazionale.

Una programmazione molto ricca di spunti tra i quali evidenziamo la presenza di Toni Servillo, presente a Lisbona per accompagnare l’anteprima de La Stranezza di Roberto Andò e come protagonista dello spettacolo teatrale prodotto dal Teatro Piccolo Le Voci di Dante su testo di Giuseppe Montesano.

Lo spettacolo, inserito nella programmazione della Festa, andrà in scena al Teatro Maria Matos il giorno 4 Aprile su iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura e il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia.

Presso il Centro Cultural de Belém, uno dei più importanti poli culturali del paese, dal 28 Marzo verrà ospitata l’esposizione fotografica Luigi Ghirri, Obra Aberta, un percorso di 70 opere attraverso l’arte di uno dei più influenti fotografi italiani del ‘900. Ad accompagnare l’esposizione e a presentare il documentario Infinito – L’universo di Luigi Ghirri sarà presente la figlia dell’autore, Adele Ghirri.

Emanuele Crialese sarà invece l’ospite d’onore della serata d’apertura della Festa do Cinema Italiano con l’anteprima del suo ultimo film L’immensità.

Tra le principali anteprime presentate quest’anno, oltre a quelle già citate, segnaliamo Siccità di Paolo Virzì, Le otto montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, In viaggio di Gianfranco Rosi, Le vele scarlatte di Pietro Marcello e il pluripremiato film d’animazione Interdetto a Cani e Italiani di Alain Ughetto (regista presente al festival).

Tra le proiezioni speciali segnaliamo tre documentari dedicati ad importanti figure del cinema e della cultura italiana come Massimo Troisi (Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone), Sergio Leone (Sergio Leone, L’italiano che inventò l’America di Francesco Zippel che verrà a Lisbona a presentare il film) e Umberto Eco (Umberto Eco, La biblioteca del mondo di Davide Ferraio).

Nella sessione competitiva dedicata alle prime e seconde opere ricordiamo Marcel! di Jasmine Trinca, Margini di Niccolò Falsetti e l’anteprima internazionale de La timidezza delle chiome di Valentina Bertani.

Ampio spazio nella programmazione alla riscoperta del tesoro cinematografico italiano. Quest’anno in collaborazione con la prestigiosa Cinemateca Portuguesa - Museu do Cinema sarà realizzata una retrospettiva integrale su uno dei grandi nomi del nostro cinema, Elio Petri. Un autore fondamentale per quello che possiamo chiamare il cinema impegnato ma non sufficientemente conosciuto all’estero come meriterebbe.

Grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona sarà possibile ampliare la nostra programmazione ad altre espressioni artistiche come la letteratura (con un incontro con lo scrittore Alessio Forgione), la video arte (con la presenza della artista  di Martino) e la Realtà Virtuale (una selezione di 15 opere italiane di VR introdotte da Davide Rapp).

Ad accompagnare la proposta cinematografica e culturale la Festa mette a disposizione come d’abitudine, un’ampia scelta di attività parallele come tour gastronomici, programmazione infantile, feste, concerti, karaoke, stand up comedy e molto altro.

La Festa do Cinema Italiano non si ferma al paese di Fernando Pessoa ma continua il suo percorso nell’Africa lusofona (Angola, Mozambico e Capo Verde), segue a Timor Est e raggiungerà a Giugno il Brasile per un grande evento di chiusura, raggiungendo con il nostro viaggio oltre 40.000 spettatori in quattro continenti diversi.

 

Milano – Venerdì 24 marzo 2023 esce su tutte le piattaforme digitali, M A G G I O, il nuovo attesissimo disco di Antonio Maggio, etichetta Incipit Records, distribuito da Egea Music, edizioni Maggio Publishing - Neuma Edizioni - Dischi dei SognatoriProduttori artistici Roberto Cardelli, Antonio Maggio, Fabrizio Ludovici; produttore esecutivo Antonio Maggio, arrangiamenti Roberto Cardelli, Antonio Maggio, Fabrizio LudoviciRegistrato da Francesco Delogu e Fabrizio Ludovici presso i Bloom Recording Studios di Guidonia Montecelio (RM).

"Maggio" è un No-Concept album composto da sei quadri differenti tra loro, ma intrisi dello stesso profumo: quello del miglior cantautorato italiano che gli è rimasto addosso perché è proprio lì che affondano le sue radici. Un EP interamente suonato, dalla prima all’ultima nota, con un’intera orchestra d’archi di 26 elementi, che di questi tempi sembrano essere un vero paradosso, un andare contromano, che per un cantautore che scrive parole, storie, in perfetto equilibrio con la musica, dedicando tempo e cura, sono l’unica via percorribile.

"Maggio" è stato anticipato dal singolo Stati d’Animo e d’Accordo che aveva il compito di aprirne la strada, mentre Una formalità, intimo e introspettivo, con il suo video, ne sono il biglietto da visita: “Questo brano parla di ritorni, di attese sapute da sempre. Il tempo è un concetto troppo personale per essere oggettivo, si presta all’interpretazione dei sentimenti di ognuno di noi, che semplicemente prendono forma al momento opportuno. Tornare dove si è stati bene – aggiunge Antonio - è un istinto dell’uomo, una ricerca continua delle proprie sicurezze. Aspettarsi, credo sia questo uno dei segreti dell’amore, senza andare via. Nel videoclip della canzone, insieme al regista Francesco Luperto, abbiamo creato un doppio binario visivo: da una parte il gioco di ombre di due amanti, che in maniera giocosa e romantica, con scene girate in controluce, raccontano la loro quotidianità; dall’altra parte, invece, il mio playback girato in un enorme stanza piena di oggetti impolverati, dove il tempo sembra essersi fermato e si sente il sapore di un malinconico passato, che resta presente, con l’ambizione di “ritornare” vestito da futuro”.

 

Fatemi la barba questa sera

che non ho mai visto nascere una stella così bella

Con gli ammortizzatori di emozioni

spaccati dalla diffidenza di chi spera

Non si può credere al vento,

che quando meno te lo aspetti cambia direzione

Non si può credere al vento, eh...

 

Questo disco nasce da consapevolezze, artistiche e personali, che l’artista ha messo a fuoco e fatto sue e non a caso, l’album porta il suo nome: “Sei tracce, sei diversi quadri: Stati d’animo e d’accordo, Una formalità, Sono simpatico, Malamore, Serenata d’Oltreoceano, Quanto sei bella Lecce, sono sei storie differenti, in cui ho provato a dare forma e sostanza ai miei stati d’animo, cercando di metterli d’accordo col loro tumulto, cercando una spiegazione, un equilibrio, perché la scoperta di sé stessi passa necessariamente dal mettere in discussione sia le proprie convinzioni, che quelle degli altri. Ho cominciato a lavorarci due anni fa scrivendo molti pezzi, ma ho volutamente scelto di pubblicarne solo sei, per il momento, per non togliere il giusto respiro ad ognuno. Anche per queste canzoni, nessuna regola, ma solo piena libertà espressiva: a volte arrivano prima l’idea, le parole, oppure una melodia o tutto insieme. La conferma, però, la trovo sempre e comunque, al pianoforte”.

Antonio Maggio ha scritto nel nome, il destino di questo importante album M A G G I O, che decide di pubblicare, non a caso, in marzo. Questo è il tempo in cui ha inizio la primavera e quel  risveglio che arriva dopo un lungo ed operoso inverno, il momento in cui condividere i nuovi germogli, la nuova musica…

Fatemi la barba questa sera

che non ho mai visto nascere una stella così bella

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