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Marco Germani è tornato sulla scena musicale con la pubblicazione del brano "Time Collapse", realizzato in doppia versione (strumentale e con una parte recitata dal duo folk Stellerranti). L'opera trae ispirazione dalle colonne sonore dei grandi lungometraggi di fantascienza classici e contemporanei e si collega come mood alle atmosfere di "Limbo Neutrale Regressione", secondo romanzo fantastico/distopico scritto dal talentuoso artista.
Marco, come è avvenuto il processo esecutivo di "Time Collapse"?
Volevo creare un brano utilizzando parecchie librerie sonore ed effetti orchestrali come per creare una soundtrack, poi ho deciso di aggiungere delle parti di chitarra ritmica molto prog-metal e alla fine ho creato varie strutture che sono elaborazioni l'una dell'altra un po' come per una suite.
Del brano “Time Collapse” è stata realizzata anche una versione con la partecipazione, recitata, dal duo folk Stellerranti. Cosa ti ha spinto ad effettuare questa scelta stilistica?
Temevo che il brano completamente strumentale fosse solo per intenditori. Confrontandomi con il duo Stellerranti abbiamo trovato una soluzione inserendo diversi recitati in modo da stimolare la curiosità e, poi, alla fine ho tenuto entrambe le versioni.
Quando e come è avvenuto il tuo incontro con la musica?
Ho iniziato a suonare all'età di nove anni perché un mio amico andava a lezione di chitarra classica. Il nostro maestro fu così intelligente da farci suonare insieme dei duetti e portarci dal vivo come opening a concertisti bravi e diplomati; per noi era un gioco ma lo prendemmo molto seriamente, questo mi fece capire l'importanza della musica come mezzo di socializzazione. Poi, con gli anni, sono passato al mondo delle band e della musica rock e ho ritrovato la stessa motivazione; la musica è diventata un lavoro quando, a vent'anni, ho iniziato a insegnare e ho capito quanto per le persone fosse uno svago e un elemento importate nella loro vita.
Hai una vasta conoscenza ed esperienza musicale, qual è il genere a te più affine?
Credo l'alternative rock, l'industrial e il prog rock, ma anche le soundtrack. Mi piace la musica ricercata anche se si tratta di canzoni e tutti quegli artisti e band che hanno un loro segno distintivo sia come sonorità che come composizione. In qualsiasi caso, tento sempre di approcciarmi a più generi in modo da scoprire altri linguaggi. Penso, comunque, che lo studio ti possa portare a suonare bene tutto una volta che hai le nozioni e la tecnica necessaria.
Dove trai ispirazione per le tue composizioni?
Spesso da artisti che mi piacciono, da un riff nato per caso, o mettendo le mani su uno strumento o un sintetizzatore, tutto può portare a un risultato. In genere sviluppo un'idea buona e la affianco a diverse altre, poi propongo il materiale a diversi collaboratori come cantanti o strumentisti.
Ripercorrendo gli anni dedicati alla musica, quali sono le mete raggiunte che ritieni fondamentali per l’evoluzione della tua carriera?
Il poter esercitare la professione di musicista, soprattutto insegnando. Avere delle situazioni e dei progetti stabili con i quali poter suonare dal vivo e confrontarmi con il pubblico e non ultima la capacità di poter creare qualcosa di interessante frutto del mio ingegno e della collaborazione con altri artisti.
Nel corso del tuo percorso artistico hai pubblicato due romanzi “Limbo Neutrale” e “Limbo Neutrale Regressione”. La scrittura, come la musica, ha delle proprietà terapeutiche?
Sicuramente hanno la capacità di farti immergere nel tuo mondo e di creare una realtà alternativa. Posso metterti in discussione come anche darti grandi soddisfazioni. Scrivere un romanzo è molto impegnativo perché ci vuole molto tempo per far funzionare la trama e i vari personaggi; lo trovo molto simile allo scrivere un album concettuale, mentre con la musica si possono scrivere anche canzoni singole e con una forma semplice. Le due cose possono comunque far parte di un unico progetto come per “Limbo neutrale”, in questo caso ci vogliono veramente molto tempo e dedizione.
Quali sono le sensazioni che avverti quando calchi un palcoscenico?
Dipende da cosa propongo e dove mi esibisco, nei locali c'è il contatto diretto con il pubblico quindi è divertente poter scherzare e chiacchierare liberamente; a teatro bisogna essere più concentrati perché bisogna mettere in piedi uno show e le persone sono sedute e si aspettano qualcosa di interessante; nelle piazze è più o meno come in teatro ma bisogna proporre qualcosa di ancora più dinamico ed esagerato, quindi ci vuole anche della fisicità. Anche la dimensione acustica è interessante perché più intima come sonorità, ma bisogna saperla rendere non noiosa, diciamo che si deve essere abili a capire il momento.
Quanto sei cambiato dagli esordi ad oggi, come uomo e come artista?
Questa è una domanda veramente interessante perché mi mette un po' in crisi. Ultimamente sono un po' deluso dal music business perché tutto ciò che da ragazzo mi sembrava fondamentale oggi mi pare svanito, come la capacità tecnica, l'autenticità di una band o di un artista, la ricerca sonora... ma forse sono semplicemente diventato più bravo a capire cosa c'è dietro. Non credo ad esempio di poter “sfondare” e sono più interessato e proporre qualcosa di particolare, mi piacerebbe però poter vedere grandi palchi e aprire ad artisti importanti, credo di poter essere in grado ancora per un po' di anni di cavarmela come performer, ma ho più esperienza e so relazionarmi meglio con lo staff tecnico per un risultato ottimale.
Cosa deve aspettarsi prossimamente il pubblico dal tuo estro creativo?
C'è molta confusione ultimamente e mi pare che si stia investendo solo sulla riedizione di cose già viste e sentite, ho notato che gli artisti che seguo hanno ridotto il proprio pubblico e lo stanno dirigendo verso club e teatri, molti fanno ancora gli stadi ma sono operazioni basate sulla nostalgia del passato e poco sulla novità. Nel mio piccolo mi piacerebbe avvicinare ai miei progetti persone di tutte le età con differenti media che variano dalla musica, al live, ai romanzi, ai fumetti, ai cosplayer, i video e i videogiochi. Il grande sogno è quello di poter produrre un film o una serie indipendente e ovviamente scrivere la musica, la sceneggiatura e il soggetto e poi anche interpretarlo. C'è ancora tempo per tutto questo e spero di poter realizzare almeno la metà di quello che ho in mente.
Buona fortuna!
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