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LUmagazine

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Sarà disponibile dal 6 aprile, in esclusiva su RaiPlay“La folle vita” (titolo originale La vie démente), il film diretto da Raphaël Balboni e Ann Sirot, vincitore di numerosi premi tra i quali 7 Magritte Awards su 12 nominations, tra cui miglior film, miglior attore protagonista e miglior attrice protagonista.

Alex (Jean Le Peltier) e Noémi (Lucie Debay) sono una coppia sulla trentina che progetta di avere un figlio. I loro piani però vengono stravolti quando Suzanne, la madre di Alex, inizia a fare cose strane. La donna è affetta da “demenza semantica”, una malattia neurodegenerativa, come l’Alzheimer, che influenza il suo comportamento: spende generosamente, fa visite notturne ai vicini per mangiare un toast, si fabbrica una patente falsa con colla e forbici. Alex e Noémie entrano in crisi: è davvero il momento giusto per avere un figlio quando tua madre sembra essere tornata una bambina?

Il rapporto madre/figlio è il fulcro della storia. Il film diventa una sorta di “coming of age”, un percorso di emancipazione. Imparando ad accettare Suzanne per quella che è, e smettendo di preoccuparsi di come potrebbe essere vista dalla società, Alex cambia il suo modo di approcciarsi al mondo. Smette di giudicare il comportamento di Suzanne, e inizia a vederla come una nuova persona, qualcuno che può amare e apprezzare per come davvero è. "La folle vita" mescola sapientemente l’attenta analisi di un caso clinico con scene esilaranti e momenti di suggestiva follia visiva. L’interpretazione di Joe Deseure nei panni Suzanne resta scolpita nella memoria di chiunque abbia avuto in famiglia un caso simile e ci porta a vedere con più leggerezza anche le situazioni più drammatiche.

Secondo i due registi, questo film è un’opportunità per riflettere sulla malattia, sul modo in cui trattiamo questo aspetto della vita nel quotidiano, e in generale, in relazione alla società. E citano un detto che recita “La cosa più importante non è ciò che accade, ma ciò che impariamo da ciò che accade”.

Nel cast Lucie Debay, Jo Deseure, Jean Le Peltier, Gilles Remiche, Vincent Lecuyer, Joëlle Franco, Annette Gatta, Estelle Marion, Marie Henry.

 

“Per aver interpretato con delicatezza e credibilità il protagonista di una favola moderna, che vive in un mondo che aspetta solo di prendere il volo”. Con questa motivazione Antonio Folletto ha convinto la Giuria della sezione competitiva ItaliaFilmFest/Nuovo Cinema Italiano del Bif&st - Bari International Film&TvFestival, presieduta dalla produttrice Donatella Palermo aggiudicandosi il Premio Gabriele Ferzetti come miglior attore protagonista per commedia romantica “SottoCoperta”, opera prima di Simona Cocozza scritta con Samantha Cito. Al suo fianco Maria Pia Calzone e un cast composto da Antonella Morea, Lucianna de Falco, Gianluca Di Gennaro, Angelo Orlando, Christian Giroso, Ernesto Lama, Simone Borrelli, Elisabetta d’Acunzo.

Un viaggio fantasioso che tocca con leggerezza tematiche sociali profonde. Ambientata a Napoli, l’opera racconta dell'ingenuo e solitario Fiorenzo (Antonio Folletto), un umile tuttofare, che sogna da sempre di viaggiare ma, non potendo permettersi una vacanza vera, si barrica in casa fingendo di essere partito per i Caraibi. Nel suo viaggio poetico ma casalingo, irrompe un'intrusa: Matrona (Maria Pia Calzone), una matura ex prostituta in cerca di una rivalsa personale. La vacanza immaginaria di due anime così diverse, ma entrambe emarginate dalla società, si trasformerà in qualcosa di magico.

“SottoCoperta” è prodotto da Giovanni Calvino e Giovanni Parisi per Tile Storytellers, Gaetano di Vaio e Giovanna Crispino per Bronx Film, Samantha Cito per FlickTalesMinerva Pictures, in associazione con Kimberly Olsen, in collaborazione con Giallomare Film, con il contributo del Ministero delIa Cultura- Direzione Generale Cinema, della Regione Campania e della Fondazione Film Commission Regione Campania.

 

Un fragoroso urlo collettivo contro tutte le forme di criminalità organizzata che si leva da un territorio fortemente segnato dalla presenza mafiosa. Per liberarsene, riverberandosi in tutta la Penisola.

Dopo il fulmineo successo dello scorso anno, torna “A Nome Loro – Musiche e voci per le vittime di mafia”, una lunga maratona musicale (e non solo) che il 25 maggio 2024, nello straordinario scenario del Parco Archeologico di Selinunte, Comune di Castelvetrano, in provincia di Trapani, riunirà alcuni dei più importanti protagonisti della musica italiana, oltre a giornalisti, attivisti e familiari di vittime della mafia.

Prodotto dalla neonata associazione “A nome loro” e realizzato con il contributo della Regione Siciliana e di SIAE - Società Italiana degli Autori ed Editori, CGIL, CISL e UIL, Nuovo Imaie, Ebat Trapani, il patrocinio morale della Fondazione Falcone e Libera Sicilia, l’evento ha la direzione artistica di Sade Mangiaracina, è scritto dall’autore Paolo Biamonte e verrà presentato da Francesca Barra, Stefania Renda e Gino Castaldo.

Una seconda edizione che intende ribadire con forza, attraverso la vitalità della musica e la bellezza di un luogo dall’immenso patrimonio archeologico, l’esigenza di tenere alta la guardia rispetto al fenomeno mafioso e mantenere vivo il ricordo delle vittime di mafia. Ma che intende anche valorizzare l’estrema ricchezza artistico-culturale di una terra per troppo tempo identificata esclusivamente con le attività del crimine organizzato, grazie alla costruzione di una relazione fra la produzione culturale locale e quella nazionale e internazionale.

La Rappresentante di Lista, Malika Ayane, Donatella Rettore, Arisa, Daniele Silvestri, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Bonnot, Raiz, Simona Molinari, Modena City Ramblers insieme al Coro Do Re Mi composto dai bambini della scuola “Giuseppe Di Matteo” di Castelvetrano, Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Shorty, Giuseppe Anastasi, Andrea Satta dei Têtes de Bois, Franca Masu, Silvia Mezzanotte e Mario Lavezzi sono solo alcuni dei primi artisti annunciati che si esibiranno dal vivo nella parte serale dell’evento. Durante il pomeriggio invece spazio a  una nutrita rappresentanza di musicisti siciliani. Sul palco, a portare la loro testimonianza di impegno e di memoria,  saliranno inoltre attrici e attori come Dajana Roncione, Donatella Finocchiaro, Luigi Lo Cascio, Paolo Briguglia, Fabrizio Ferracane e I Sansoni mentre nell’area del Baglio Florio, direttamente gestita dall’agenzia di stampa ANSA si avvicenderanno giornalisti esperti dell’argomento, esponenti della società civile come i rappresentanti di Addiopizzo, il giornalista Lirio Abbate e alcuni familiari di vittime di mafia come Salvatore e Emilia Catalano, Rosa Maria Vento, Fina Valenti e Giovanni Montinaro.

Nata lo scorso anno da un’idea della pianista jazz Sade Mangiaracina qualche settimana dopo la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro – che proprio in quel territorio è nato e per decenni ne ha asfissiato il tessuto politico, economico e sociale attraverso il suo dominio criminale – la prima edizione della manifestazione è stata organizzata nel febbraio 2023 in modo estemporaneo, sull’onda emotiva del successo riportato dalle forze dell’ordine. “Il 16 gennaio 2023 è una data che ha cambiato la narrazione della Sicilia, anzi dell'Italia intera e ha cambiato me in quanto cittadina Castelvetranese. Ho subito desiderato festeggiare, soprattutto non solo l'arresto di un latitante, ultimo degli stragisti, ma ho sentito in maniera prepotente l'esigenza di ricordare tutte le vittime di mafia e tutte le persone che lottano da troppo tempo contro tutte le mafie. In quei giorni successivi all'arresto si parlava, attraverso giornali e telegiornali, soltanto di quanti covi avesse o di quanti "cimeli" di vario tipo vi fossero all'interno; nessuno parlava delle decine e decine di persone che per mano sua o di mandanti avevano perso la vita dagli anni ottanta a questa parte. Lì ho iniziato a fare telefonate ad amici che come me sono di quel territorio per organizzare un evento che fosse grande e pieno di musica e parole contro tutto quello che Messina Denaro rappresentava” racconta la Direttrice Artistica, che aggiunge: “in pochi giorni è successo un miracolo e il 24 febbraio siamo riusciti a portare al Parco Archeologico di Selinunte tantissimi artisti sul palco, la Rai, giornalisti, molte famiglie delle vittime di mafia, rappresentanti delle forze dell'ordine che hanno partecipato alla cattura di MMD e sotto il palco 4000 persone”.

Dal successo di quell’esperienza – che oltre alla presenza fisica del pubblico ha raggiunto un’audience di oltre mezzo milione di spettatori tra dirette video e radio su Ansa, Rai Radio 2, RaiPlay, canale 202 del digitale terrestre e la testata locale CastelvetranoSelinunte.it – deriva la volontà di darsi una struttura organizzativa più solida, con l’obiettivo di replicare l’evento e farlo crescere negli anni avvenire, conquistando un posto di rilievo nel panorama dei grandi appuntamenti nazionali della musica italiana.

Il primo passo in questa direzione è stato la creazione dell’omonima associazione, di cui a oggi fanno parte, oltre alla Direttrice stessa: la cantautrice pop-jazz Simona Molinari, Dario Mangiaracina, musicista e co-fondatore di La Rappresentante di ListaFranco D’Aniello musicista e co-fondatore dei Modena City Ramblers,  il cantautore Giuseppe Anastasi, la manager musicale Stefania Conte, l’esperto di comunicazione Flavio Leone, i giornalisti Patrizia Vivona e Max Firreri; e, infine, il responsabile delle attività educative della Fondazione Falcone Turi Benintende.

Il secondo passo, la decisione di spostare l’evento nell’area antistante al meraviglioso Tempio di Hera (stile dorico, V sec A.C.) in grado di accogliere oltre 15.000 persone e di riprogrammarlo nella settimana di commemorazioni della Strage di Capaci.

Credo fortemente nella potenza di un presidio culturale, soprattutto se parliamo di aree periferiche e marginalizzate del nostro paese, zone naturalmente estromesse dai processi culturali e investite soltanto da grandi eventi che non costruiscono, ma sfruttano i territori. È in questo vuoto che si fa spazio la cultura mafiosa ed è in questi luoghi che si combatte - anche con ‘l’occupazione’ di spazi come il parco archeologico - la lotta contro il degrado” afferma Dario Mangiaracina de La Rappresentante di Lista.  Gli fa eco Simona Molinari“In generale mi sento vicina a tutti i discorsi che si contrappongono alla prevaricazione, alla violenza, alle ingiustizie sociali. Credo che la libertà, soprattutto quella psicologica, è cosa di pochi, di coloro che possono permettersi di non avere paura. Il 25 maggio saliremo sul palco per prendere una posizione, per dire io non ho paura, e non ho paura perché non sono sola, perché siamo tanti a voler credere in un futuro possibile e siamo qui insieme e siamo di più. Il 25 maggio saliamo sul palco per offrire la nostra alternativa alla visione di un mondo dove vince il prevaricatore e la giustizia non riesce a farsi strada. Il 25 maggio saliamo sul palco per essere voce di quelli a cui non viene data possibilità di racconto.”

A sottolineare la volontà di costruire sul territorio un presidio culturale, l’Associazione incontrerà, tra il 18 ed il 22 aprile, gli studenti di sei scuole della provincia di Palermo, Trapani e Castelvetrano, con l’intento di confrontarsi, ascoltare e raccogliere le idee dei giovani, che sono il vero riscatto per la Sicilia. Porteranno la loro testimonianza Sade Mangiaracina, Simona Molinari e Paolo Fresu. Inoltre, consapevole dell’importanza della formazione per la conquista di una libertà culturale, l’Associazione assegnerà 4 borse di studio per i giovani residenti nei comuni di Castelvetrano, Partanna, Campobello di Mazara e Mazara del Vallo per la preparazione all’accesso al Conservatorio ed 1 borsa di studio speciale da parte del CET (Centro Europeo di Toscolano), il celebre centro universitario di alta formazione della musica popolare fondata e presieduta da Mogol. Le borse di studio verranno consegnate durante l’evento del 25 maggio.

Il 23 febbraio 2024 è uscita su tutte le piattaforme musicali la canzone Fiori di ceramica di Raffaele Poggio, cantautore e attore torinese, già in vetta nelle classifiche italiane degli artisti emergenti. La canzone è un inno al coraggio e alla voglia di reagire alle ingiustizie e alle difficoltà della vita, senza mai perdere la fiducia nel prossimo. Il brano vuole trasmettere un importante messaggio di solidarietà e accettazione, temi che Raffaele sente con particolare sensibilità.

Raffaele, Fiori di ceramica è un manifesto dei valori che senti più tuoi, come è nata l’idea di mettere in questa canzone tutto te stesso?

In ogni lavoro artistico cerco di inserire il più possibile le mie emozioni del momento e di    trasmetterle nel modo più diretto possibile a chi mi ascolta. La mia vita è stata caratterizzata da grandi momenti di difficoltà, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza, ma da quei momenti bui ho saputo trarre grandi insegnamenti e voglio condividere quanto ho imparato, perché a volte, anche solo una canzone può essere di grandissimo aiuto. Uno spunto decisivo per la nascita di Fiori di ceramica è stato l’incontro con Fabiano, un mio fan con il quale sono entrato in contatto durante un momento molto particolare per entrambi.

Raccontaci come è andata.

Io stavo per sottopormi ad un delicato intervento al cuore e ho ricevuto un suo messaggio di sostegno. Voleva starmi vicino come essere umano che ben conosceva ciò che stavo provando. Lui stesso ha dovuto affrontare una lotta, contro la leucemia, e mi ha confessato che in quel periodo la mia musica e i miei testi lo hanno fatto sentire meno solo. Per me questo è stato il più bel riconoscimento che potessi avere. Fortunatamente ora stiamo meglio entrambi.

La tua canzone è più in generale un invito a non voltarsi dall’altra parte quando assistiamo alle ingiustizie. Da dove nasce questa attenzione verso le vittime di ingiustizie?

Ho vissuto il bullismo, le discriminazioni, le offese e i maltrattamenti in prima persona. Quando sei molto giovane fai fatica ad affrontare queste situazioni e a capire come uscirne. Ciò che fa più male è però sentirsi soli e abbandonati anche da chi potrebbe intervenire per fermare e ridurre il tuo dolore. Perciò ho deciso crescendo che non avrei fatto lo stesso errore e la mia musica vuole avere anche questo intento. Spero sempre di poter essere di aiuto anche a chi è lontano, a chi non conosco, con una mia canzone. Prima di essere un artista sono un essere umano e ritengo sia bellissimo rivestire l’arte di significati profondi e universali.

Sei un artista a 360 gradi, sei cantautore ma anche attore. Quanto è importante per te esprimerti con il canto e con la recitazione?

Non riesco proprio ad immaginare la mia vita senza arte. Sia la musica che la recitazione sono parti fondamentali della mia quotidianità. Abbiamo dei doni fantastici come esseri umani e non dobbiamo dimenticarlo. La vista, l’udito, sembrano scontati e banali, ma ci regalano la meraviglia quotidiana. Io amo comunicare me stesso, sentirmi parte del tutto, parte di un’umanità che non ha paura di mostrarsi per come è. Spesso la sensibilità e le emozioni vengono celate per paura del giudizio del prossimo, per convenzioni sociali, ma credo che questo sia sbagliato. Non dobbiamo avere paura delle nostre imperfezioni e di mostrarle, perché raccontarle è il primo passo per crescere, amarsi e farsi amare dagli altri.

È per questo che il videoclip di Fiori di ceramica è così ricco di dettagli?

Sono orgoglioso di aver collaborato con un’altra grande artista, Tiziana Carboni (Cat Art), che mi ha aiutato a trasmettere la sensibilità che sentivo di voler comunicare con una delicatezza davvero sorprendente. Lavorare con lei è stato magico, siamo subito entrati in connessione e abbiamo trovato le giuste frequenze. Ogni mezzo di comunicazione arricchisce se usato con coerenza e attenzione ai dettagli. Ci ho messo tutta la cura possibile.

Il brano è partito molto bene, dove posizioni ora l’asticella?

Non vedo l’ora di potermi esibire dal vivo e ricevere le vibrazioni del pubblico. Ho ricevuto tantissimi bei messaggi di persone che hanno colto a pieno il significato del brano al primo ascolto. Non potevo immaginare cosa più bella.

Continuerai a produrre brani di questo genere o hai voglia di sperimentare?

Per me è fondamentale non fossilizzarsi su un genere o una tipologia di canzone. Io voglio analizzare le emozioni e scrivo per come mi sento in un determinato momento. Una canzone poi può essere molto profonda anche se musicalmente allegra e vivace. Anche un tormentone estivo può racchiudere un messaggio tutt’altro che banale. Non mi pongo limiti, anzi.

 

Vanessa Contucci, giovane e promettente attrice, si racconta per noi con la semplicità e la schiettezza che la contraddistingue. Nata il 6 maggio ’94 ad Urbino, vissuta a Riccione, si è trasferita a Roma poco più che ventenne per studiare al Duse International con Francesca De Sapio.  Oggi ha realizzato il sogno di approdare sul grande schermo: nella sua pellicola d’esordio, Il meglio di te di Fabrizio Maria Cortese con Maria Grazia Cucinotta, Vincent Riotta, Daphne Scoccia, Anita Kravos, Simone Montedoro, Giusi Merli, Mattia Iasevoli ed Elvira Cuflic, interpreta il Veronica, che l’ha messa alla prova regalandole, però, l’opportunità di riflettere sulle relazioni ed il potere del perdono.

Vanessa Contucci oggi sei una giovane donna che almeno in parte ha realizzato i suoi sogni?

Oggi sono fiera di me, non sono perfetta ma sono consapevole di aver attraversato un’adolescenza complicata, appesantita da qualche “dolore”, ma di aver avuto dalla mia parte l’amorevole cura dei nonni, la loro educazione e di fondo, una determinazione che mi ha permesso di trovare la mia strada. Quando sono andata a Roma per studiare al Duse, non è stato semplice dovendo contare solo sulle mie forze. Ho fatto un sacco di lavori diversi, ma fortunatamente con un po' di sacrifici e la passione per quello che facevo, mi hanno tenuta in equilibrio.

Quanto è stato importante questo periodo?

Credo che sia fondamentale, perché ci si forma, si impara davvero a scavare dentro di noi per raccogliere ogni riserva di energia, di forza per riuscire. Frequentando il Duse ho capito come la recitazione fosse la mia zattera di salvataggio, in un mare in tempesta. Recitando potevo mettere a disposizione tutta la mia interiorità anche quella ferita, imperfetta, provata. Un punto di forza e non di debolezza; una fatica di cui è valsa assolutamente la pena dove ho capito che era la mia strada e l’occasione di essere felice.

Ti reputi una persona ambiziosa?

In me ho sempre avuto un pizzico di competizione, che mi è servita ad uscire dall’anonimato, da dove arrivavo. Credo che sia una buona cosa essere in gara con sé stessi, avendo dei punti di riferimento artistici. Non mi metto mai in competizione con gli altri, perché credo che ognuno di noi sia unico ed irripetibile e non avrebbe senso. Sono convinta che sia importante riuscire a fare sempre del mio meglio, oggi un pochino meglio di ieri. Questa è la mia vittoria!

Per te il Cinema e la recitazione sono un “balsamo” per l’anima…

Sì, perché affrontando i miei dolori, scandagliando la mia anima, li affronto e mi curo. Un modo per mettermi alla prova e a nudo, aiutata dall’essere qualcun altro. In questo modo è come fare un passo indietro e attraverso il personaggio interpretato, avere un punto di vista anche su me stessa diverso ed equidistante. Grazie a questa passione, ho riscoperto lo studio che mi sta regalando davvero tanta energia, tanta forza che mi rendono molto fiera di me e del percorso intrapreso. Vedo con occhio diverso anche le mie paure, i miei limiti. Io ho sempre letto molto e il percorso universitario che ho intrapreso, credo che mi possa dare davvero tanto.

Dietro la macchina da presa, come ti senti?

Sono felice, perché non sono io ma un nuovo personaggio che deve prendere vita e non vedo l’ora di dargliene la possibilità. È una sorta di filtro, di scudo che mette me stessa, la me che fatica a mostrarsi, al riparo. Sul set, mi sento un tutt’uno con tutti condividendone la responsabilità e l’energia che ne deriva. Una sensazione bellissima che non so spiegare.

 Più difficile è raccontare me stessa, perché mi sento nuda. Quando devo partecipare a feste, a proiezioni mi sento allo scoperto e sono più timida, impaurita. Questo è un lavoro che so di dover fare su di me per superare paure che sono ataviche e mi appartengono da quando ero bambina.

Il teatro è nelle tue corde?

Si mi piacerebbe molto mettermi alla prova con l’immediatezza del palco, dove è buona la prima per forza. Una grande responsabilità ed una prova davvero particolare. Sono consapevole che potrei essere in difficoltà a gestire la tensione, ma sarei felice di provarlo

Cosa sogni?

Una tranquillità affettiva, una vita piena di cinema e magari un’esperienza lavorativa in America, la laurea.

 

 

Esce il 12 marzo al cinema, distribuito da Roble Factory, 'Il diavolo è Dragan Cygan', esordio nel lungometraggio di Emiliano Locatelli, film interpretato da Enzo Salvi, Sebastiano Somma, Adolfo Margiotta, Gennaro Lillio, Ivan Boragine, Giovanni Carta, Emy Bergamo, Carlotta Rondana e Lara Balbo. Prodotto da Roble Factory, Method, in collaborazione con Whitedust Productions e Nuovaera Film, il film si avvale della direzione della fotografia di Tomaso Aramini, del montaggio di Lorenzo Muto e Pier Damiano Benghi, delle scenografie di Massimiliano Mereu e Roberto Papi, dei costumi di Arturo Montoro e Alice Sinnl e delle musiche di Emanuele Braga. 'Il diavolo è Dragan Cygan' sarà protagonista di un tour nelle principali città italiane, alla presenza del regista e del cast. Si parte Martedì 12 marzo con Roma, con la proiezione alle ore 20.30 presso il Cinema Adriano.

Dragan, ex rapinatore redento dal passato misterioso e Daniele, umile operaio, giovane padre di Andrea e marito di Sofia, condividono entrambi la passione per il gioco degli scacchi, grazie alla quale diventano presto ottimi amici. Quando il signor Assante, facoltoso e spietato imprenditore, padre di una figlia con problemi di tossicodipendenza, decide di trasferire la sua azienda all’estero dove i profitti sono maggiori, Daniele, rimasto senza lavoro e disperato per le disastrose condizioni finanziarie nelle quali versa la sua famiglia, convince Dragan, inizialmente restio nell’accettare la proposta, a ripercorrere il proprio passato. Il destino del poliziotto Fabrizio, marito violento e padre assente, si legherà indissolubilmente a quello degli altri tre protagonisti, facendo convergere in modo definitivo e irreparabile gli eventi.

Il diavolo è Dragan Cygan – sottolinea il regista Emiliano Locatelli -  è una storia di amicizia e vendetta, il racconto corale di quattro personaggi agli antipodi, i cui destini apparentemente paralleli si incorociano in modo irreparabile. A cavallo tra il thriller e il poliziesco, alternando fasi più intimiste a scene concitate, è un film di genere drammatico che affronta tematiche sociali tipiche di un certo cinema d’autore, penso a quello di Ken Loach ed Elio Petri per esempio. È questa l’utopia intrinseca del film: far riflettere intrattenendo, tentativo ambizioso di ibridazione tra film di genere e cinema d’autore”.

Emiliano Locatelli nasce nel 1984 a Priverno (Latina). Laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo presso l'Università La Sapienza di Roma con una tesi su Gus Van Sant e Nicolas Roeg, nel 2006 partecipa al primo Festival del Cinema di Roma come membro della Giuria popolare, selezionata personalmente dal maestro Ettore Scola. Nel 2008 frequenta la scuola per filmakers ACT Multimedia di Cinecittà e nel 2009 fonda la sua prima casa di produzione, la Whitedust Productions, che svolge attività di produzione audiovisiva e musicale. Nel frattempo lavora come tecnico del suono e microfonista per varie produzioni cinematografiche, tra le quali spiccano alcuni lungometraggi con attori del calibro di Danny Glover, Rutger Hauer, Deryl Hanna e Michael Madsen. Nel 2014 pubblica il suo romanzo d’esordio Io sono Vendetta, tra il thriller, il noir e il fumettistico, che viene selezionato dalla Scuola Holden di Torino nel 2016 come finalista del premio letterario ilmioesordio, indetto da ilmiolibro.it, piattaforma del gruppo editoriale LaRepubblica/L’Espresso. Autore di tre cortometraggi (Anarchist, Viva Violence, L’educatore) e di videoclip per band emergenti come Floorshow e Legittimo Brigantaggio. Nel 2020 dirige Il pluripremiato cortometraggio Solamente tu (disponibile su Amazon Prime Video), co-sceneggiato insieme all’attore Enzo Salvi, che riceve, tra gli altri, il premio per il miglior attore protagonista al festival Cortinametraggio 2021.

Raffaele Caldarelli ha dedicato l'intera campagna promozionale 2024 della zeppola di San Giuseppe a Napoli e al noto paroliere napoletano Vincenzo Russo, scomparso 120 anni fa. "I' te vurrìa vasà" è il brano che il pastrychef accenna dinanzi alla sua opera dolciaria nello spot ideato in occasione della festa del papà, girato nella suggestiva città partenopea che da sempre vanta una straordinaria vocazione musicale.
Una "pellicola" d'altri tempi con incursioni nei vicoli del centro storico a rimarcare una antica tradizione partenopea che, proprio nella condivisione, trova la sua naturale espressione identitaria. Sullo sfondo luoghi ma anche persone accumunate, oltre che da un grande sentimento per Napoli, per il dolce d'eccellenza legato al 19 marzo: la zeppola.
Fritta o al forno, il dilemma che da sempre accompagna la scelta dei palati, è una vera bontà e Raffaele Caldarelli ogni anno propone una novità: accanto all'intramontabile versione crema e amarena, eccole al pistacchio, al cioccolato, al babà e al caramello solo per citare qualche gusto.
"Un momento di grande emozione ma anche di grande spontaneità perché Napoli è una città a cuore aperto e girare nei vicoli è stata un'esperienza straordinaria ed indimenticabile - spiega Raffaele Caldarelli - il 2024 poi è un anno importante per il capoluogo campano perché ricorre il 120esimo anniversario della morte di uno dei più grandi parolieri napoletani, particolarmente caro allo scrittore Maurizio de Giovanni: Vincenzo Russo. Il poeta fragile, così definito per le sue condizioni di salute precarie che lo portarono ad una morte prematura, è autore di alcuni dei  capolavori musicali più belli della storia di Napoli: "Maria Marì" "Torna Maggio" e l'indimenticabile "Ì te vurrìa vasà" sono solo alcuni dei suoi brani. Un modo - conclude il pastrychef - per ricordare l'uomo ed il poeta che con i suoi versi ha fatto innamorare un'intera città".
 

Ornella Vanoni annuncia un secondo concerto al Teatro Arcimboldi di Milano sabato 27 aprile (che va da aggiungersi alla data già annunciata del 28 aprile) e per la prima volta nella sua carriera si esibirà tra le suggestive mura delle Terme di Caracalla di Roma, giovedì 6 giugno.

Una delle più importanti e riconoscibili artiste della musica, dalla voce intensa e sofisticata, calda e graffiante, tornerà live per dei concerti speciali che resteranno impressi nella memoria per molto tempo … senza fine.

Ornella Vanoni, cantante "intellettuale" e impegnata, diva elegante e senza tempo della musica italiana, ha suscitato sin dal suo debutto negli anni sessanta, l’ammirazione del pubblico italiano e degli addetti ai lavori. La sua voce ha fatto la storia della musica italiana, con oltre 55 milioni di copie vendute in tutto il mondo e canzoni che hanno incantato intere generazioni.

Gli eventi sono prodotti e organizzati da Color Sound e in collaborazione con Friends & Partners. 

 

Federica Mallus, raccontaci dei tuoi esordi…

Ho iniziato da adolescente con la danza. Ricordo il mio primo saggio, all’età di 15 anni, con una coreografia completamente autodidatta, presentata da sola sul palco, visto che la mia amichetta Alessandra era stata sopraffatta dall’emozione. Sono seguiti concorsi di bellezza, come Miss Italia e Miss Mondo, e tanti servizi fotografici, compresi due calendari, Temptation Island e Lucignolo.

Hai partecipato a più trasmissioni televisive, qual è quella che ti ha divertito di più?

Sicuramente la trasmissione sportiva Vip Show di Michele Lunella. Immaginate una cagliaritana nella trasmissione dedicata al Calcio Napoli!

Dopo aver subito un lungo intervento sei tornata, dopo un mese, a lavoro. Com’è andata?

Il professor Macció, con la sua equipe, mi ha operato in laparoscopia non lasciandomi nemmeno un segno e permettendomi di ritornare alla quotidianità dopo pochissimo tempo. Lo ringrazierò per tutta la vita.

Perché ne hai parlato pubblicamente?

Penso sia utile alle donne che stanno attraversando quello che ho attraversato io. Leggere esperienze positive è sicuramente incoraggiante.  

Oltre all’evidente bellezza e alla naturale fotogenia, quali sono le tue attitudini principali?

Spigliatezza, semplicità e solarità nei rapporti interpersonali. Attitudine manageriale sia nella gestione di me stessa, che nell’ambizione a progetti imprenditoriali anche internazionali; per questo alleno quotidianamente il mio inglese.

Passioni ed interessi nel tempo libero?

Arte, cucina, musica, letteratura. Primo Levi è il mio autore preferito, con “Se questo è un uomo” e “La tregua”. Amo lo sport all’aria aperta: il beach volley con gli amici in estate, e le corse e i pattini al Poetto di Cagliari. Sono contro il fumo e ogni tipo di droga; cerco di seguire un ‘alimentazione controllata, curo molto l’estetica e la forma fisica. Adoro gli animali domestici ma non posso permettermeli perché, viaggiando spesso, non potrei accudirli come meritano.

Che rapporto hai e come gestisci i tuoi fan sui social network?

Curo personalmente il mio profilo Instagram Federica Mallus;, rispondo ai messaggi di chi si pone in maniera educata e rispettosa e facendo attenzione a non proporre una immagine di me troppo aggressiva.

Un saluto in sardo ai lettori di LU Magazine…

A si biri a tottusu.

 

Un progetto ambizioso che si propone di gettare luce sull'importante lavoro svolto dalla Polizia di Stato nel contrasto alla pedopornografia, all’abuso e all’adescamento online dei minori.

La mostra è molto più di una raccolta di immagini, è un viaggio emozionante nel cuore della battaglia contro il web nero. Attraverso ogni scatto, ci si immerge nell'animo umano, scoprendo la dedizione, la passione e il coraggio dei poliziotti che lavorano nell'ombra per proteggere i più vulnerabili della nostra società.

Le fotografie catturano l'innocenza compromessa dei minori, offrendo uno sguardo penetrante sulla corruzione che li avvolge online. Questi giovani, inconsapevoli eroi della loro vita quotidiana, diventano i protagonisti di una narrazione che svela la loro vulnerabilità e, al contempo, la loro forza interiore.

La sequenza fotografica, inoltre, rappresenta il turbinio di emozioni, delicate e contrastanti, provate dagli operatori di polizia, mentre esercitano con dedizione la loro professione. Sono scesi in campo mettendosi totalmente in gioco, facendo i conti con l’altalena emotiva che, coinvolge tutti i bambini che hanno conosciuto in questo scenario paradossale ma estremamente reale, e tutti quelli che sono riusciti abilmente a salvare.

La collettiva non ha scopo di lucro. Il suo obiettivo principale è sensibilizzare il pubblico e fornire consapevolezza su un fenomeno allarmante che colpisce le nuove generazioni. Attraverso immagini coinvolgenti e testimonianze, SUPEREROI invita gli spettatori a riflettere sull'importanza di combattere l'adescamento online e di proteggere i più vulnerabili della società.

L'iniziativa, ideata e realizzata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Polizia Postale Lombardia, è sostenuta da importanti partner come Terre des Hommes Italia che da dieci anni attraverso l’Osservatorio indifesa lavora con ragazzi e ragazze per renderli protagonisti di iniziative di informazione e sensibilizzazione sui temi del contrasto a bullismo, cyberbullismo e violenza online. Inoltre, l’iniziativa è sostenuta da Coriandoli per Shanti Bhavan Onlus, con sede principale proprio nel territorio Lombardo, nel comune di Gorgonzola e che si occupa da oltre dieci anni dei diritti fondamentali dei minori, a cominciare da quello all'istruzione, troppo spesso negati in molte aree del mondo a causa di retaggi socio-culturali.

Anche il Comitato regionale per le comunicazioni della Lombardia (Corecom), attivo da anni nella promozione e realizzazione di iniziative per la tutela dei minori online, accoglie e supporta il progetto “Supereroi”, concedendo il patrocinio gratuito all’iniziativa e promuovendone contenuti e finalità.

La mostra dal 1 al 4 marzo sarà ospitata all’interno del palinsesto di Straordinarie iniziativa di Terre des Hommes in collaborazione con Fabbrica del Vapore e con il supporto del Comune di Milano, che ha inserito l’appuntamento nella rassegna “Milano Città delle Donne”.

 

Dettagli della Mostra:

Data: 1 - 4 marzo 2024

Luogo: Fabbrica del Vapore, Milano

Orari: Dalle 9:00 alle 19:00

Ingresso: Gratuito

Inaugurazione: Venerdì 1 Marzo ore 10:00

 

Prossime tappe della mostra:

Bergamo

dal 15 al 17 marzo presso Palazzo della Provincia di Bergamo,

Monza,

dal 5 al 7 aprile, presso la Villa Reale.

 

Per ulteriori informazioni:

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